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Crisi Stellantis, Mega (Cgil) lancia l’allarme: «A fine anno i licenziamenti arriveranno a 800» – L’INTERVISTA

«Sarà una catastrofe, per fine anno i licenziamenti per l’indotto e la logistica di Stellantis saranno 7-800», a parlare è Fernando Mega, segretario regionale della Cgil in Basilicata. Mega, insieme ad altri sindacati chiede con forza la presenza di Stellantis al tavolo, al Mimit previsto per il 10 dicembre prossimo. Ma ora lo sguardo è alla logistica, con i tagli dei posti di lavoro, per l’assenza di commesse.

Ad oggi la Teknoservice e la Logitech hanno licenziato 90 lavoratori impiegati nella logistica dello stabilimento Stellantis di Melfi. Perchè saranno di più?

«Perchè la logistica pare che Stellantis la voglia fare all’interno dello stabilimento. Non vuole nessuna spesa più all’esterno. Ma a questi lavoratori delle risposte vanno date. E subito. Per la Basilicata, mi creda sarà un disastro da un punto di vista economico. Molti contratti della logistica scadevano a fine dicembre. Solo che, invece adesso al termine del 2024, vedrà che in Basilicata ci saranno altri licenziamenti. Ne prevedo almeno 7-8000. E non esagero».

Che cosa si può fare per scongiurare tutto questo? È così fragile il sistema Basilicata.

«Noi una soluzione l’avevamo prospettata ed era quella della cassa integrazione. Le aziende ci hanno risposto che anche questo ha un costo, ebbene quell’onere che va dal 9 al 15% avevamo chiesto che se lo accollasse il governo o la Regione. Non abbiamo avuto nessuna risposta da nessuno dei due enti».

E lei crede che così poi si riuscirà ad avere almeno la cigs?

«Almeno togliamo a queste aziende l’alibi».

E su Stellantis?

«Vede è una questione che va oltre la nostra regione, ma noi qui dobbiamo impedire che gli errori delle multinazionali e le speculazioni finanziarie siano scaricati sui lavoratori in termini di occupazione, salario e diritti, con conseguenze ancora più gravi nella nostra regione dove non solo l’automotive ha trainato l’economia regionale, ma dove incombono più che altrove povertà e spopolamento».

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