La crisi di Stellantis, le incertezze sul futuro occupazionale di circa novemila lavoratori tra azienda e indotto, preoccupazioni esplose dopo la notizia delle dimissioni dell’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares. Per questo si sono riuniti ieri, nella sala consiliare del Comune di Melfi, sindacalisti, amministratori e lavoratori per capire il futuro di quello che è il traino dell’economia lucana, alle prese con una delle più profonde crisi aziendali mai vissute.
L’appello dei lavoratori
La vertenza Stellantis «deve arrivare a Palazzo Chigi: non si può più perdere tempo. Serve l’intervento del governo». L’appello arriva al termine dell’affollata assemblea pubblica, ed è un grido d’allarme disperato. Sono mesi che si chiede l’intervento del governo. «Qui – raccontano i lavoratori – si vive di Stellantis, con famiglie intere impiegate tra stabilimento e indotto e nate proprio grazie alla prospettiva di un lavoro fisso». Lo stabilimento di Melfi attualmente conta circa 5.300 persone. Il sentimento prevalente tra loro è la paura, a cui si aggiunge la rabbia per le notizie sulla “faraonica buonuscita” dell’ormai ex amministratore delegato, Carlos Tavares. Perché a Melfi e nei comuni del Vulture-Melfese, a nord della Basilicata, sono tante le “famiglie Stellantis”.
Padre e figlio, fratello e sorella, marito e moglie, fidanzati: sono diverse le combinazioni di chi, partendo dall’insediamento della Fiat a inizio anni Novanta, ha deciso di mettere su famiglia, accendere un mutuo o più semplicemente vivere la propria vita dove è nato proprio grazie al lavoro nello stabilimento più importante della regione. «Anche in passato – raccontano i più esperti – ci sono stati tanti momenti di preoccupazione per questa fabbrica, che tuttavia è sempre riuscita a trovare nuova linfa, ma ora il futuro pare davvero tutto nero».
Nel 2024 nello stabilimento lucano si è lavorato poco: in alcuni mesi anche solo due-tre giorni e le giornate di cassa integrazione hanno superato quota 100. Ancora più disperata la situazione nell’indotto, con tanti addetti già licenziati.
I sindacati
«Non è possibile perdere altro tempo per dare soluzioni immediate quali garanzie ammortizzatori sociali a lavoratori logistica e indotto e per assicurare adesso il futuro di Melfi. Tavares farebbe bene a rinunciare alla faraonica buonuscita di 100 milioni di euro per devolverli alla cassa integrazione dei lavoratori», è il commento di Vincenzo Tortorelli, segretario generale della Uil lucana. «La vertenza Stellantis deve arrivare a Palazzo Chigi – ha aggiunto Tortorelli – e la Regione indichi un percorso sulla cig e per la riqualificazione dei lavoratori».
La rassicurazione
L’intervento dell’assessore lucano allo Sviluppo economico della Regione Basilicata, Francesco Cupparo, ha provato ad allontanare i fantasmi. «Ho ricevuto rassicurazioni dal direttore dello stabilimento, ma continueremo a dialogare insieme ai sindacati. Dopo quanto sta accadendo ho voluto notizie dirette sul “Piano Melfi”. Entro questo mese, prima dell’incontro già convocato dal Governo per il 17 dicembre o subito dopo, sarà presentato in dettaglio».
L’assessore lucano si è invece detto preoccupato per il prosieguo degli ammortizzatori sociali per i lavoratori di indotto e logistica. «Aspettiamo risposte dal Governo anche sulla questione posta dell’addizionale del 20% a carico delle aziende. La Regione sta lavorando anche su questo, per individuare soluzioni. Sulle commesse per indotto e logistica è stata confermata la volontà della direzione dello stabilimento di Melfi di confermarle alle attuali aziende».