Il Wwf si schiera contro quello che definisce il “Mostro del Mercure”, la centrale a biomasse che si trova nel cuore del Parco Nazionale del Pollino e che “divora” ogni anno 350.000 tonnellate di alberi. La Regione Calabria si è schierata contro il potenziamento della struttura, affermando il diritto che essendo in una area protetta lì proprio non ci può stare. Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge regionale calabrese (pur essendo dello stesso colore politico). La Regione Basilicata al momento tace.
I Comuni lucani
Dall’altro lato ci sono gli ambientalisti e due Comuni lucani, Rotonda e Viggianello che, come la Regione Calabria vogliono che sia applicato l’articolo 14 della legge regionale n. 36/2024 (cosiddetta norma Laghi) che prevede il divieto di realizzazione di impianti a biomasse nei parchi nazionali e regionali con una potenza superiore a 10 MW termici, includendo anche il depotenziamento di quelli già esistenti. Ora il Wwf si schiera dalla loro parte. Contro la Centrale. E chiede l’applicazione della legge.
Il silenzio di Bardi
Nella nota del Wwf si legge: «La battaglia contro la centrale viene da lontano e ha visto il Wwf sempre in prima fila nel sostenere che l’impianto è incompatibile con un Parco nazionale per l’impatto ambientale», spiega l’associazione ambientalista che aggiunge quanto poco sia efficiente l’enorme mostro del Mercure (di grande impatto ambientale) visto che gli impianti riescono a fare solo il 26% di quello che dovrebbero. E poi il Wwf aggiunge: «Assistiamo oggi ad una contrapposizione tra l’esecutivo nazionale e quello regionale che ha finalmente provato a dare una soluzione all’annoso problema della centrale che mette a dura prova ambiente e salute della Valle del Mercure».
Ebbene se il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare la legge della Regione Calabria per la presunta incostituzionalità della norma che introdurrebbe a priori un divieto alla realizzazione e all’installazione di una specifica tipologia di impianto in una determinata area, «non rispettando le normative comunitarie volte a promuovere la massima diffusione delle energie rinnovabili, ma di fatto schierandosi a tutela di interessi privatistici. – continua il Wwf – Auspichiamo pertanto che la Corte costituzionale riconosca le ragioni della Regione Calabria che, come annunciato dal presidente Occhiuto, dovrà ora difendere le proprie motivazioni davanti alla Corte». E infine la stoccata alla Regione: «Sarebbe poi ora che anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, prendesse posizione a favore della salute dei cittadini. Ed è anche tempo che la Basilicata adotti il Piano del Parco del Pollino, già approvato dalla Regione Calabria nel 2023, che di fatto già sancisce l’incompatibilità della Centrale con l’area protetta, oltre a costituire lo strumento principe per il buon governo del territorio del Parco».