«I dati diffusi oggi dall’Istat sull’andamento del commercio rivelano una situazione di forte incertezza, preoccupa la contrazione delle vendite nel settore alimentare, vero campanello di allarme sulla crisi delle famiglie». Questo l’allarme lanciato da Michele Catalano, presidente Federconsumatori Basilicata, il quale è intervenuto sulla delicata situazione economica che caratterizza la penisola.
A detta del presidente da un lato diminuiscono i consumi nel settore alimentare, infatti su base tendenziale a maggio si registra una diminuzione in volume del -2,8% con una crescita in valore, invece, del +4,5% che rivela a pieno l’impatto della spinta inflattiva su tali beni; aumentano, dall’altro lato, le vendite dei beni non alimentari, sempre in termini tendenziali, del +6,8%, con un impatto notevole, in valore, del +9,1%. Crescono dunque i consumi soprattutto nel settore delle calzature e degli articoli da viaggio, dell’abbigliamento, ma anche degli elettrodomestici, della gioielleria/orologeria, dei profumi e della cura della persona, beni non essenziali che riguardano segmenti di mercato con un target di clientela dal reddito medio-alto. «Non bisogna commettere l’errore di scambiare la crescita delle vendite in tali settori come un segnale di evidente ripresa. Si tratta, infatti, di una crescita che giunge dopo la vera e propria débâcle avvenuta nel secondo trimestre del 2020 con una contrazione delle vendite nel settore non alimentare del -25,6% (in valori tendenziali)» ha aggiunto il presidente lucano.
Catalano afferma che i fattori che potrebbero contribuire all’aumento dei consumi in tali comparti, oggi, sono diversi e di svariata natura. «Da un lato vi è il periodo, quello in cui le famiglie, spenti definitivamente i riscaldamenti, speravano di essersi lasciate alle spalle la stagione dei maggiori rincari del gas e si sono potute concedere qualche spesa in più. Dall’altro lato vi potrebbe essere un importante fattore psicologico con le situazioni di crisi, aggravate in questa fase dalla guerra e dalla pandemia in corso, crescono i consumi consolatori. Non è un caso che a crescere siano le vendite in settori come quello delle calzature, della gioielleria o della profumeria» ha sottolineato.
Per Catalano la conferma del fatto che non siamo di fronte ad una ripresa è legata ai primi dati sull’andamento dei saldi in corso, che «rilevano un rallentamento della spesa pro-capite. Il vero freno e il vero segnale di allarme sulla situazione che le famiglie stanno vivendo è la contrazione, per il quinto mese consecutivo, del volume di vendite nel settore alimentare».
Per questo, il presidente Federconsumatori Basilicata ribadisce che è necessario analizzare i dati con prudenza, senza cadere nella tentazione di evocare riprese inesistenti, che possono divenire l’alibi per non mettere in atto operazioni fondamentali ed urgenti per il Paese. «A partire dai sostegni a favore delle famiglie in difficoltà e da una tassazione più equa, con una lotta determinata all’evasione fiscale, fino all’adozione di efficaci misure di contrasto alle intollerabili speculazioni a cui stiamo assistendo» ha specificato.
Per questo, tra le proposte presentate al Governo insieme alle altre Associazioni dei Consumatori, «abbiamo chiesto di rafforzare i compiti di sorveglianza e i poteri sanzionatori delle Autorità indipendenti e di Mr. Prezzi, oltre all’attivazione, presso le prefetture, di comitati territoriali di sorveglianza sui prezzi, per monitorare l’andamento e contrastare fenomeni speculativi in sinergia, appunto, con Mr. Prezzi» ha concluso Catalano.
Guido Tortorelli