La Manovra di Bilancio 2023 stanzia i fondi per le strutture sanitarie convenzionate, ma c’è la questione dell’extra budget: ecco, dunque, che si riparte dal via. È quello che Federlab Basilicata (l’associazione delle strutture ambulatoriali) definisce «il gioco dell’oca» cui è ridotta la sanità lucana: «Ogni volta che pensiamo di aver raggiunto il traguardo della “buona sanità” ci ritroviamo alla casella di partenza», è il commento del dottor Toscani, presidente della Federlab lucana, sull’attuale fase che attraversa la specialistica ambulatoriale accreditata e con essa il Servizio Sanitario Regionale a cui è strettamente collegata. E torna sul superamento della «famigerata» delibera di giunta 482/2022, che aveva imposto tetti di spesa «ampiamente inadeguati» paralizzando l’attività dei laboratori di analisi e delle strutture di specialistica ambulatoriale, sul quale «non disconosciamo l’impegno profuso dal Presidente Bardi», aggiunge, ma le risorse finanziarie aggiuntive non bastano: «Il pagamento delle prestazioni extra-budget erogate sino a 31 dicembre 2022 è solo un atto dovuto che non affronta il presente e il futuro delle attività per tutto l’anno in corso», sottolinea Toscani, che parla di «clima di incertezza» nel quale le strutture continuano a lavorare: «L’unica certezza che invece abbiamo è quella di spesa per: personale, locali, strumenti, reagenti e materiale indispensabile, bollette energetiche, spese tutte aggravate da un tasso di inflazione che è già al 10%. L’extra-budget invece si risolve in ricavi che sono incerti e indefiniti come prova il corposo e lungo contenzioso con la Regione che dura già da diversi anni». La necessità è dunque quella di programmare il fabbisogno di prestazioni che, evidenzia il dottore, sono in costante aumento: «Perché le patologie (anche oncologiche) da affrontare sono in costante aumento. E allora mettiamo fine all’alibi della “non appropriatezza” delle prescrizioni che i medici di famiglia effettuano per giustificare il taglio della spesa nella sanità che in troppi casi equivale al taglio di prestazioni salva-vita. Non ci risulta ci siano fatti o situazioni che possano provare queste fantomatiche situazioni. In tutta questa vicenda kafkiana – conclude – ancora una volta si denota un’assoluta carenza di trasparenza amministrativa e di uguaglianza in atti per non dividere le strutture in “figlie” e “figliastre». Tornando all’extra-budget, Toscani condivide la sua riflessione: «È in gran parte indotto dalla Regione perché le risorse sono da sempre insufficienti». Ne sarebbe la prova il fatto che sono più di dieci anni che si discute del tema. «Se la Regione pone l’asticella del budget molto bassa lo sforamento è inevitabile, così è facile far passare il concetto che le strutture vogliono fatturare sempre di più, ad esempio ci sono strutture più piccole o medio piccole che cominciano l’attività alle 7,30 del mattino e alle 8,45 sono già fuori budget. Allora, che fare?».
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Di Redazione24 Novembre 2024