È stata una maratona per la vita quella che nella notte tra giovedì e venerdì ha permesso che si realizzasse una importantissima e complessa donazione multiorgano, con professionalità sanitarie che hanno lavorato lottando contro il tempo. Al centro delle operazioni, il Centro regionale Trapianti Basilicata, a Matera, coordinato dalla dottoressa Mariagrazia Schievenin. I familiari di una giovane donna venuta a mancare hanno acconsentito alla donazione di fegato, cuore e reni e così è partita la collaborazione tra quello materano e i centri di Modena, Napoli e il Centro Trapianti del Lazio che ha effettuato in emergenza e nottetempo tutto lo studio immunologico e di compatibilità per i potenziali riceventi. Grande professionalità e grande collaborazione da parte del personale sanitario dell’ospedale di Matera in ognuna delle complesse fasi di cui eventi come questo si compongono, dal mantenimento del donatore alla fase di studio e allocazione, fino al prelievo. Un lavoro «frutto di alta professionalità locale, collaborazione interregionale, competenza ed eccellenza della rete sanitaria trapiantologica – ha dichiarato Francesco Fanelli, assessore alla Sanità della Basilicata -. Grazie ad ogni singolo operatore sanitario che ha contribuito alla realizzazione di questo complesso processo di donazione e trapianto che dalla Basilicata, nel caso particolare, da Matera sta contribuendo alla rinascita di tante vite a livello nazionale». Fondamentale la collaborazione tra il Centro Regionale Trapianti Basilicata ed il Centro Trapianti Lazio, che ha effettuato tutto lo studio immunologico e di compatibilità che ha permesso di individuare i riceventi in lista in altri centri italiani: «La convenzione tra Regione Basilicata e Regione Lazio ed il suo apparato trapiantologico coordinato dal Centro Regionale Trapianti sta portando notevoli frutti – ha aggiunto Fanelli -. Da questa notte sono oltre 50 gli operatori coinvolti in questo processo di donazione e trapianto per onorare il generoso gesto di questa famiglia che pur nella improvvisa privazione di un loro caro hanno detto “sì” alla donazione, inneggiando alla vita».