«Mi aspettavo di vincere, forse non con un distacco di 14 punti. Mi ha fatto molto piacere, insomma è motivo di soddisfazione e orgoglio: significa che c’è stato un riconoscimento da parte dei lucani di aver operato bene». Il “day after” la vittoria elettorale, il riconfermato governatore della Basilicata Vito Bardi, che ha ottenuto il 56 per cento dei voti, lo trascorre dividendosi tra interviste e un po’ di meritato riposo. Quello che servirà per mettere in piedi una nuova squadra di governo per guidare la Regione lucana nei prossimi cinque anni.
Presidente, un risultato in cui decisiva è stata l’alleanza con Renzi e Calenda. La Basilicata può essere laboratorio per un modello nazionale?
«C’è stata una convergenza, soprattutto su quelli che sono stati i programmi, e affidabilità da parte degli interlocutori. Quindi questo è sicuramente un modello da poter utilizzare. Non è la prima volta che accade, ci sono già stati esperimenti in altre regioni. Credo che quando si condividono soprattutto i programmi, allora la coalizione può essere una coalizione allargata».
Al campo larghissimo verrà riconosciuto questo contributo? Faranno parte della squadra?
«Questo è ancora in fase di definizione, si lavorerà insieme con tutti. Azione ha un consenso che gli ha permesso di ottenere due seggi in Consiglio e sarà importante per proseguire con tutti il programma che ci siamo posti di portare avanti».
A proposito di programma, quale sarà la priorità del suo nuovo mandato?
«Ci sono i problemi e i temi legati a livello nazionale della sanità, c’è quello delle infrastrutture e quello dell’energia. Vogliamo trasformare la Regione in un hub energetico passando dal fossile alle energie alternative».
Il suo sfidante del centrosinistra Piero Marrese ha dichiarato battaglia sull’autonomia differenziata, lei cosa risponderà?
«Autonomia è una parola positiva non negativa. Sicuramente troverà da parte del governo regionale un sostegno qualora risponda alle indicazioni e verranno messe in atto le iniziative per tutelare e non peggiorare le condizioni del Mezzogiorno e della stessa Basilicata. Se in Parlamento il provvedimento si muoverà in questo senso, noi saremo favorevoli. Se ci dovessero essere delle differenziazioni che penalizzano il Sud, saremo contrari. Se ad esempio i livelli di prestazione fossero diversi tra Nord e Sud, ci sarebbero ostacoli a poter portare avanti questo discorso».
Il buon risultato di Forza Italia apre spiragli anche per le europee. Si aspetta un altro successo?
«Credo che il risultato delle regionali sia molto importante, ma soprattutto lo è per Forza Italia perché ha dimostrato, dopo l’Abruzzo, di essere ancora in crescita e quindi un ottimo viatico per affrontare le europee più forti e con la consapevolezza di ripetere un risultato positivo».
Il centrodestra riuscirà a riconfermarsi anche a Potenza alle prossime amministrative?
«Il centrodestra è una coalizione compatta e credo che anche per la presentazione del candidato sindaco ci saranno buone possibilità».
Sono state regionali segnate ancora una volta dalla bassa affluenza, un fenomeno che può essere in parte spiegato con lo spopolamento che interessa la Basilicata?
«Si tratta di un fenomeno che non riguarda solamente la Basilicata. Non dipende da un discorso di spopolamento, ma di disaffezione alla politica. La gente non vota perché dovrebbe avere sicurezze attraverso una politica del fare e non di parole. Abbiamo cercato di dare risposte concrete, bisogna continuare a lavorare per convincere anche i più restii, già dalle prossime comunali ed europee, ad andare a votare perché è un dovere a cui non bisogna sottrarsi».