Un’iniziativa che l’Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale (Aspat) ha accolto con favore, quella dell’istituzione del Tavolo regionale permanente sulla sanità privata, salvo poi, al primo incontro di insediamento del 7 febbraio scorso, dover sostituire il «compiacimento iniziale» con la «delusione per una partecipazione che si è rivelata infruttuosa e lontana dalle soluzioni dei problemi». A dichiararlo è Antonia Losacco, presidentessa Aspat Basilicata, che sottolinea come la nomina dell’ingegnere Francesco Bertolan a Direttore del Dipartimento Salute, «professionista qualificato e abile», sia stata accolta con favore da Aspat; tuttavia, ricorda Losacco, «Il direttore Bortolan insedia il tavolo comunicando un taglio lineare di ulteriori 5 milioni di euro alle già insufficienti risorse e che ulteriori valutazioni in merito alle questioni economiche sono prettamente politiche». Riduzione che aggrava la situazione dei fondi disponibili per le strutture private accreditate, che Losacco definisce insufficienti: «Lavoriamo con Tariffe ferme al 1996 e non è sostenibile un ulteriore taglio lineare. Parliamo certo di una spesa vincolata, ma i cittadini hanno il diritto di curarsi e di accedere alle prestazioni; l’unica soluzione – conclude – è farsi carico della spesa sanitaria aggiuntiva e destinare maggiori risorse dal Bilancio come hanno già fatto altre Regioni, anche la Corte Costituzionale si è espressa in merito sostenendo la fattibilità di tale soluzione. La sanità è pubblica, sia che sia erogata dal pubblico che dal privato accreditato e il privato accreditato dovrebbe avere un peso maggiore per i costi che sono minori, le due realtà non sono in competizione fra di loro ma complementari». Questione politica, dunque, ed è alla politica («quella che non abdica ma che decide») che Losacco rivolge un appello: «Chiediamo al Presidente Bardi e all’Assessore Fanelli di non penalizzare i presidi ambulatoriali accreditati che sono sempre stati efficienti nel Sistema. Con una giusta programmazione basata sul calcolo del reale fabbisogno, considerando i requisiti della potenzialità erogativa di ogni struttura e con l’assegnazione di risorse eque, si eviterà l’interruzione dell’erogazione dei Lea (prestazioni che il Ssr deve fornire a tutti i cittadini), l’aumento delle liste di attesa, e – conclude – si potrà contemplare sicuramente il contenimento della spesa, il diritto degli assistiti alla fruizione di adeguate prestazioni sanitarie e le legittime aspettative degli erogatori privati».