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Basilicata: l’avviso pubblico “Dopo di noi”, tre strade per colmare un vuoto

Parte l’avviso pubblico per il “Dopo di Noi” anche per i tredici comuni dell’Ambito Bradanica Medio Basento: Bernalda, Calciano, Ferrandina, Garaguso, Grassano, Grottole, Irsina, Miglionico, Montescaglioso, Oliveto Lucano, Pomarico, Salandra, Tricarico. Le domande vanno presentate entro il 12 marzo presso il proprio comune di residenza e utilizzando la modulistica disponibile sul sito internet dei comuni.…

Parte l’avviso pubblico per il “Dopo di Noi” anche per i tredici comuni dell’Ambito Bradanica Medio Basento: Bernalda, Calciano, Ferrandina, Garaguso, Grassano, Grottole, Irsina, Miglionico, Montescaglioso, Oliveto Lucano, Pomarico, Salandra, Tricarico. Le domande vanno presentate entro il 12 marzo presso il proprio comune di residenza e utilizzando la modulistica disponibile sul sito internet dei comuni. Una misura di civiltà e del prendersi cura, che va a colmare un vuoto che è tra i tormenti maggiori delle famiglie delle persone con disabilità gravissime. La risposta alla domanda: “Cosa succederà, quando non ci saremo più?”. L’avviso pubblico prova dunque a fornire una risposta, e lo fa con una dotazione complessiva di 400mila euro. Per cominciare. Rivolto a persone che hanno un’età compresa tra i 18 e i 64 anni, rientra nel piano delle non autosufficienze e guarda a quelle situazioni che ci sono in tutti i comuni italiani, «come anche qui ad Irsina – sottolinea il sindaco del comune, Nicola Massimo Morea – dove ci sono ragazzi e ragazze con disabilità che vivono con genitori ormai anziani». Situazioni dalle mille sfumature, ma tutte con un grande punto in comune: «Ovviamente la preoccupazione dei genitori è capire cosa accade a questi ragazzi dopo la loro morte, quando in molti casi non ci sono aiuti familiari e c’è un buco nell’assistenza che cerchiamo di andare a colmare», prosegue Morea, che spiega come le strade contemplate dall’avviso pubblico emanato siano tre: «Una che favorisce l’aggregazione, lo stare insieme: laboratori e iniziative analoghe, per favorire il più possibile l’integrazione all’interno della società e dei corpi associativi. La seconda, quella che forse sarebbe più bella da realizzare, è quella diretta a creare situazioni di residenzialità, di co-housing, in cui immaginiamo fino a 5 o 6 persone che vivono assieme e cercano di maturare un livello progressivo di autonomia rendendosi indipendenti dalla famiglia. La terza linea – conclude il primo cittadino – serve per una pronta emergenza: se accade all’improvviso che un genitore venga a mancare, si ricorre a situazioni temporanee di residenzialità fuori dalle famiglie. La soluzione ideale è in queste abitazioni condivise, anziché in una struttura grande. Cerchiamo di favorire modelli di autonomia con abitazioni private dove convivono diverse persone con disabilità». Al momento, lo stanziamento economico è di 6mila euro all’anno per tre anni per i soggetti che fanno domanda e ne abbiano diritto. Guardando al futuro, quando il “Dopo di Noi” diventerà strutturale: «È un tentativo che stiamo facendo, ci sono esperimenti in altre zone d’Italia che sono più o meno riusciti – conclude Morea -. Se riesce, è una conquista di civiltà per i nostri territori».

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