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Basilicata, iniziati gli interrogatori: il consigliere Leone sbotta e l’assessore Cupparo si mostra sereno

«Non intendo assolutamente dimettermi. Perché dovrei farlo? Invece di avere un premio per aver difeso la sanità lucana, dovrei dimettermi? Io ho fatto la mia battaglia perché dall’ospedale San Carlo di Potenza andavano via anche gli anestesisti. La mia rabbia verso questo signore (Barresi ndr) nasceva per dirgli di smetterla e, dunque, cercare di porre…

«Non intendo assolutamente dimettermi. Perché dovrei farlo? Invece di avere un premio per aver difeso la sanità lucana, dovrei dimettermi? Io ho fatto la mia battaglia perché dall’ospedale San Carlo di Potenza andavano via anche gli anestesisti. La mia rabbia verso questo signore (Barresi ndr) nasceva per dirgli di smetterla e, dunque, cercare di porre riparo alla situazione perché in quell’ospedale non si operava di più. Io ho tutelato l’intera sanità». Queste le parole del consigliere regionale, Rocco Leone subito dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto nei palazzi di giustizia del capoluogo a seguito dell’operazione della Dda di Potenza che ha portato all’arresto dell’ex consigliere regionale Francesco Piro e che ha denunciato una serie di ingerenze illecite, secondo i magistrati, nella politica e nella sanità.

Oltre all’ex assessore alla Sanità, ieri mattina era presente anche la sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, sospesa dall’incarico con un provvedimento del prefetto di Potenza, Michele Campanaro, oltre che l’attuale assessore all’Agricoltura Francesco Cupparo. Nel pomeriggio, invece, è toccato al direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera.

Enzo Bonafine, avvocato difensore di Cupparo ha commentato seccamente: «Abbiamo chiarito i fatti. Siamo sereni e fiduciosi, non c’è altro da aggiungere. Abbiamo chiesto la revoca della misura, in quanto l’assessore è persona perbene e i fatti potranno dimostrarlo».

«Il mio assistito ha risposto a tutte le domande del giudice. Ha anche chiarito ulteriori aspetti e circostanze che erano all’interno dell’ordinanza. Abbiamo anche documentato la correttezza di tutti gli atti a sua firma e l’infondatezza di alcune affermazioni che si leggono in questa ordinanza. Faccio riferimento ad alcune intercettazioni e quindi parole che non corrispondono al vero», ha poi affermato Sabino Murro, difensore del dg, Giuseppe Spera.

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