Basilicata, inchiesta sanità: Piro ai domiciliari, Cupparo si dimette da assessore e consigliere

«Con lettere inviate ai presidenti della Giunta Vito Bardi e del Consiglio Regionale Carmine Cicala ho rassegnato le dimissioni da assessore e da consigliere regionale». Questo l’inizio della nota stampa con cui l’ex assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata, Francesco Cupparo ha ufficializzato il passo indietro nel panorama politico lucano. Il forzista ha quindi annunciato che intende in questo modo difendersi dalle imputazioni e dalle accuse nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lucana coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza.

Per Cupparo è stata una scelta dolorosa ma che ha ritenuto «necessaria in coerenza con la lealtà nei confronti delle istituzioni, la trasparenza di comportamento, l’interesse del bene comune che hanno da sempre caratterizzato il mio impegno politico-istituzionale. Sono certo che verrà il tempo in cui potrò spiegare in ogni dettaglio il mio comportamento e tutelare la mia onorabilità».

Dunque nuove dimissioni in Regione dopo quelle già protocollate, lo scorso 7 ottobre, dall’ex consigliere regionale e vice presidente del Consiglio, Francesco Piro, per il quale, ieri mattina il gip di Potenza, Antonello Amodeo ha disposto gli arresti domiciliari dopo l’immediato trasferimento in carcere in quella clamorosa operazione all’alba condotta da carabinieri.

Resta ai domiciliari, invece, Maria Di Lascio, sindaco di Lagonegro (Potenza). La decisione è stata presa dal gip dopo l’interrogatorio di garanzia tenutosi nel Palazzo di giustizia del capoluogo lucano l’11 ottobre scorso. Di Lascio, per effetto della Legge Severino, è stata sospesa dall’incarico di sindaco con un provvedimento del prefetto di Potenza, Michele Campanaro. Inoltre il gip ha modificato le altre tre misure cautelari eseguite. In particolare per l’assessore Francesco Cupparo l’obbligo di dimora a Francavilla in Sinni (Potenza) è stato trasformato nel divieto di dimora a Potenza. Analogo provvedimento per l’ex assessore alla Sanità e attuale consigliere regionale Fdi, Rocco Leone, residente a Policoro (Matera).  Cosi, per effetto della Legge Severino, con il divieto di dimora nel capoluogo lucano (sede della Regione Basilicata), entrambi sono sospesi dalle cariche. Infine per il direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera, è stata revocata la misura cautelare del divieto di dimora nel capoluogo lucano, mentre è stata confermata la misura interdittiva all’esercizio di funzioni pubbliche.

Ennesima situazione di impasse per la regione lucana che ora deve comprendere come voltare pagina in qualche modo. Nonostante i provvedimenti e le indagini in corso per altri assessori regionali, il governatore lucano Vito Bardi (indagato anche lui) non ha intenzione di dimettersi, ma anzi nel pomeriggio di ieri ha dichiarato di aver «incontrato i capigruppo di maggioranza per un confronto sulle priorità di questa consiliatura e sulla necessità di migliorare l’azione amministrativa». A detta di Bardi, data la necessità di imprimere un’accelerazione all’attività della Giunta e del consiglio regionale, anche per dare risposte in un momento eccezionale di crisi a famiglie, imprese e professionisti, e dato il momento storico di grande allarme sociale, il presidente ha deciso di «convocare per la settimana prossima tutti i gruppi consiliari, con un calendario che sarà comunicato ai presidenti dei gruppi nelle prossime ore. L’obiettivo di tali incontri sarà il recepimento delle istanze di tutte le forze politiche e il confronto sulle priorità individuate in seguito a tale dialogo esclusivamente istituzionale».

Quale destino per la comunità lucana? Non si escludono sorprese nelle prossime ore.

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