Basilicata, emergenza sanità: da ieri stop alla specialistica ambulatoriale accreditata

Ieri in Basilicata si è verificato il primo giorno di stop alle prestazioni della specialistica ambulatoriale accreditata. Sono 51 le strutture sanitarie che, su tutto il territorio regionale, hanno smesso di erogare prestazioni in nome e per conto del Servizio Sanitario Nazionale per insostenibilità economica. Le attività saranno sospese fino al prossimo 11 gennaio, quando in viale Verrastro è in programma un tavolo sulla vertenza che vede coinvolti 600 dipendenti. Un terribile inizio di 2023 per la Basilicata che porta e porterà delle gravissime ripercussioni sulla vita dei cittadini lucani. «Il tutto sotto lo sguardo totalmente silenzioso e indifferente del governo regionale, che con le sue scelte ha causato tutto ciò e ora farà pagare un prezzo amaro alla comunità», ha dichiarato l’Unità di Crisi di Basilicata, insieme a tutte le associazioni di categoria, Anisap, Aspat, Cicas, Federbiologi, Federlab e Sanità Futura.

Le sei sigle di rappresentanza contestano l’erogazione dei fondi da destinare alla sanità privata. Dei trenta milioni di euro stanziati dalla Regione, ne mancano quattro per saldare le prestazioni dell’ultimo trimestre. «Purtroppo si tratta di uno stop che non si poteva evitare. Dopo tre mesi (ottobre, novembre, dicembre) di prestazioni sanitarie pubbliche erogate ma che non sono state remunerate dalla Regione, non ci sono più le condizioni economiche minime per continuare a lavorare».

A detta degli interessati, non vi è alcuna programmazione per il nuovo anno, pertanto, non esiste nemmeno la possibilità di sperare che il 2023 sia diverso. «Le strutture sanitarie, le imprese del comparto, gli operatori sanitari, i dipendenti e di conseguenza tutti i pazienti della regione sono abbandonati dalle istituzioni. Una cosa che definire incredibile e surreale è poco e che abbiamo paura non sia stata ancora fino in fondo compresa né da parte dei cittadini né da parte dei governanti».

Lo scenario è sconcertante, dal momento che in questi mesi le strutture private accreditate hanno avuto una fondamentale funzione di supporto e sostituzione a quelle pubbliche: con le liste d’attesa lunghissime hanno alleggerito e aiutato le strutture pubbliche in maniera significativa. «E al totale deficit, si aggiungerà anche quello per gli infortuni sul lavoro perché le strutture accreditate sono anche convenzionate con l’Inail e, venendo meno l’attività SSN, verrà meno anche la relativa convenzione», ha concluso l’Unità di Crisi di Basilicata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version