«Le perdite idriche? Sono quelle che causano il 53% di acqua in meno», esordisce così il governatore della Basilicata, Vito Bardi (che è anche commissario per l’emergenza idrica). Ieri il Presidente della Regione è intervenuto, in videoconferenza, alla riunione congiunta delle commissioni Bilancio e Ambiente della Camera dei deputati per il prosieguo di audizioni nell’ambito dell’esame del decreto legge 208 del 2024 sulle misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Pnrr. Al centro dell’incontro la crisi idrica che ha coinvolto i 140mila residenti dei 29 comuni serviti dallo schema Basento-Camastra. «La diga è alimentata da acqua piovana e sorgenti e non è collegata allo schema idrico del territorio», ha affermato il presidente e «ha subito una serie di limitazioni perchè per sei mesi non ha piovuto».
La potabilità
Il commissario è intervenuto anche a riguardo alla potabilità dell’acqua che ha acceso gli animi facendo scendere la popolazione in piazza dopo la decisione (per la siccità) di prendere acqua dal fiume Basento: «siamo riusciti ad evitare il peggio a valle di un preventivo livello qualitativa delle acque del fiume Basento disponendo un collegamento dal fiume fino alla diga della Camastra, vale a dire una tubazione di circa 4 chilometri» che ha permesso di «far pervenire nella diga le acque del Basento». Riguardo invece al «il giudizio di idonetà per acque da destinare per la prima volta al consumo umano», Bardi ha affermato che i controlli sono stati quotidiani e anche per i Nas l’acqua è potabile.
Il meteo salva i lucani
Adesso, inoltre, grazie anche alle condizioni atmosferiche che sono cambiate, alla neve che c’è stata, la diga ha raggiunto il massimo della sua capacità: l’acqua c’è. E ci sarà almeno fino a giugno 2025, c’è da chiedersi se si farà qualcosa entro quella data, perchè è chiaro che si andrà incontro all’estate e le piogge (motivo per cui ora è superata l’emergenza) non saranno poi così frequenti.
«Troppa frammentazione»
Inoltre il commissario ha affermato che la gestione stessa è difficile, perchè «tra le principali difficoltà incontrate nella soluzione dell’importante crisi idricac’è stata anche la condizione di frammentazione delle competenze relative alla gestione dei bacini idrici, dighe infrastrutture regionali e metaregionali, reti del servizio idrico integrato. Questa frammentazione di competenze sicuramente non ha favorito, se non precluso, nei decenni precedenti, l’attivazione di interventi sistemici indispensabili alla manutenzione del sistema idrico generale». Da qui la richiesta di un modello di gestione diverso.
I costi
Ad oggi l’emergenza è costata ad Acquedotto Lucano oltre 3 milioni e 660mila euro e alla Protezione civile oltre 200mila euro, per un totale di circa 3 milioni e 860 mila euro.
L’idea e la richiesta
Per Bardi ora bisogna creare una interconnessione tra invasi.
Intanto Acque del Sud, a fronte di interventi già completati, o in fase di completamento, che riguardano la manutenzione straordinaria delle paratoie e il ripristino del bypass dello scarico di fondo, ha chiesto l’incremento “provvisionale” di 2 metri portando il livello massimo invasabile a 526,60 metri per una capacità di 11,5 milioni di metri cubi di acqua.