Ruolo e competenze della società Api Bas «indefiniti», e questo trascina «i consorzi industriali di Potenza e Matera nel caos». Lo denuncia la Cgil Basilicata, che chiede alla Regione di «fare chiarezza e dar conto di quanto sta facendo Api Bas». Il rischio, per la sigla sindacale, è «che una gestione approssimativa blocchi completamente il sistema produttivo regionale». Veri e propri «nodi da sciogliere» li definisce Fernando Mega, segretario generale della Cgil lucana: «Da un lato l’Asi di Potenza, con la decisione del Tar della Basilicata che ha respinto il ricorso del liquidatore revocato dalla giunta regionale della Basilicata, Giuseppe Fiengo, che chiedeva danni economici per il ristoro, il mancato trasferimento della gestione delle aree industriali ad Api-Bas che, di contro, si occupa di altro e una situazione debitoria che a quanto ci risulta è solo parzialmente risolta. Dall’altro – prosegue Mega -, il Consorzio industriale di Matera, reso autonomo con la nascita di Api Bas, ma che rischia di essere depotenziato se non addirittura smantellato. Parliamo di un presidio fondamentale per lo sviluppo del territorio, specie in un momento in cui sono previsti interventi infrastrutturali epocali per quanto riguarda i collegamenti ferroviari e la Zes Jonica». Senza strategie, la funzione di Api Bas risulta «limitata» per Mega, soprattutto alla luce dell’impatto che ha sul bilancio pubblico: 5 milioni di euro «di cui almeno un paio per il pagamento delle spettanze arretrate ai lavoratori dell’ex Asi di Potenza tra Tfr (liquidato solo in parte) e premi di produttività, corrisposti con estremo ritardo e solo dopo una dura battaglia del sindacato», evidenzia ancora il sindacalista. Una mancanza di trasparenza che la Cgil lucana definisce «inaccettabile» e che genera «non poca apprensione da parte di imprese e lavoratori». La strada da percorrere, per Mega, è «una politica comune volta al rafforzamento della strategia industriale della Basilicata che tuteli l’occupazione e i servizi prodotti. La Basilicata – conclude – non può permettersi di perdere le sfide del Pnrr e della programmazione dei fondi europei, che richiedono unità e strategie comuni».
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Di Antonio Garofalo16 Novembre 2024