Primo giorno di urne per i cittadini lucani chiamati ad eleggere il nuovo governatore e venti consiglieri regionali. Gli oltre 568 mila mila elettori dovranno scegliere uno dei tre candidati alla presidenza della regione: Vito Bardi, l’uscente, sostenuto da un inedito campo largo tra il centrodestra e Azione, Piero Marrese, espressione del centrosinistra e del M5S ed Eustachio Follia di Volt. Gli ultimi sondaggi vedevano Bardi, che nel 2019 ha portato per la prima volta il centrodestra alla guida della regione lucana, nettamente favorito nella corsa al successore di se stesso.
L’ex vicecomandante generale della Guardia di Finanza può contare sull’appoggio di tutta la maggioranza di governo nazionale, di Azione e di diverse liste civiche, tra cui Orgoglio lucano, sostenuta da Italia viva. Un test du “campo largo” tra le forze di maggioranza e quelle di opposizione di centro. Venerdì sera, tutti i leader nazionali del centrodestra – Tajani, Salvini, Lupi, Cesa – a cominciare dalla premier Meloni, sono saliti sul palco a Potenza per chiudere la campagna elettorale di Bardi.
Appena un mese fa, la presidente del Consiglio era andata nel capoluogo lucano per firmare l’accordo sui fondi di sviluppo e coesione tra governo e regione, lasciando in dote circa un miliardo di euro in investimenti. Se il centrodestra nella sua versione allargata ha trovato subito la quadra con la ricandidatura di Bardi, soprattutto dopo la débacle alle regionali in Sardegna, il centrosinistra ha faticato non poco nell’individuare un candidato unitario. Il primo a scendere in campo, in ordine di tempo, è stato Angelo Chiorazzo, di Basilicata Casa Comune, che nella prima decade di marzo ha scosso l’ambiente annunciando a sorpresa la sua candidatura. Pochi giorni dopo, dal cilindro del centrosinistra (Pd-M5s, Avs, +E) è uscito fuori il nome del chirurgo Domenico Laceranza e Chiorazzo, diligentemente, si è fatto da parte.
Ma dopo pichissime ore il colpo di scena: Laceranza “dopo un’attenta riflessione” ha ritirato la propria disponibilità. Così a circa un mese dalle elezioni, il centrosinistra, che nel frattempo si era ritrovato orfano di Calenda, ha virato su Piero Marrese. A sostenere il presidente della Provincia di Matera, oltre a Pd e M5s ci sono Avs-Ev-Psi-Basilicata Possibile, Basilicata Unita e Basilicata Casa Comune. Tra i candidati in corsa per la presidenza c’è anche il giornalista Eustachio Follia, esponente di Volt, il Movimento Progressista e Paneuropeo.
Oggi le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15, con la formula del turno unico. Alla chiusura dei 681 seggi si procederà allo spoglio dei voti. L’elettore, su un’unica scheda, deve esprimere una preferenza all’interno della lista scelta e votare per il candidato presidente. Si può votare per una delle liste della coalizione tracciando un segno nel rettangolo corrispondente o scrivendo il nome e cognome di uno dei candidati della stessa lista. Il voto espresso per una lista viene attribuito al candidato presidente della lista o coalizione a cui essa è collegata. Non è consentito il voto disgiunto.
È invece possibile esprimere una doppia preferenza di genere. Viene eletto presidente della Regione il candidato che ottiene la maggioranza dei voti. La Basilicata è divisa in due circoscrizioni elettorali: Potenza e Matera che insieme formano il collegio unico regionale. Alla circoscrizione di Potenza sono assegnati tredici seggi, alla circoscrizione di Matera ne spettano sette. Per votare i cittadini devono aver compiuto 18 anni e devono presentarsi al seggio con la tessera elettorale e un documento di identità in corso di validità. Gli aventi diritto di voto sono 568 mila al voto. Sull’esito dei risultati aleggia lo spettro dell’astensione: alle ultime elezioni regionali, nel 2019, ha votato il 53.5% degli elettori.