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Angelo Summa (Cgil Basilicata): «Manca la visione a medio-lungo termine della terra lucana»

«Trovo sconfortanti e alquanto superficiali le modalità con cui si stanno affrontando, in Basilicata, i temi del caro energia e della transizione energetica. La mancanza di una strategia e programmazione a medio e lungo termine metterà a serio rischio la tenuta dell’occupazione e il futuro del lavoro». Questo l’allarme lanciato dal segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, il quale ha affermato anche che la legge sul gas è un provvedimento che «se si analizzasse nel merito e con i numeri alla mano senza lasciarsi trasportare dall’euforia populistica, non sarà in grado né di rispondere al bisogno delle famiglie che si trovano in maggiore difficoltà né di tracciare alcuna prospettiva di sviluppo per il futuro della nostra regione», ha specificato.

A detta di Summa si poteva garantire il gas gratis fino al 100% della bolletta, compresi gli oneri, «se si fosse rivolto lo sguardo ai lavoratori, pensionati e famiglie con redditi sotto i 35 mila euro. Invece è stata scelta la strada populista di concedere uno sconto della bolletta del gas di meno del 50% (40 euro al mese) a tutti, indistintamente, compreso coloro con redditi alti e senza alcuna difficoltà finanziaria», ha aggiunto.

Il sindacalista ha detto come, a suo parere, si sarebbero dovute obbligare le compagnie petrolifere (Eni, Total, Shell) ad investire in Basilicata nelle rinnovabili, nelle filiere produttive energetiche di nuova generazione, a costruire centri di ricerca ad alto contenuto tecnologico, considerato che «la nostra regione oggi fornisce al Paese il 9% del fabbisogno energetico nazionale. Siamo difronte ad un rischio di recessione e di crollo del nostro sistema produttivo, con aziende che non sono più nella condizione di poter produrre e salvaguardare i livelli occupazionali».

Il segretario generale della Cgil Basilicata ha rimarcato come da mesi il gruppo lucano sta chiedendo interventi strutturali a sostegno del sistema industriale, a partire dall’indotto dell’automotive che rappresenta «una quota significativa del PIL regionale. Sono note a tutti le avviate procedure di ricorso agli ammortizzatori sociali o di licenziamento di quest’ultimo periodo da parte delle imprese del settore della logistica, così come è evidente che la contrazione della produzione di Stellantis sta determinando un blocco produttivo di fatto, nonostante l’indotto di Melfi non è connesso alla produzione del motore a scoppio ma riguarda prioritariamente la produzione della componentistica», ha concluso Summa.

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