Allarme, si rischia di perdere il 50% della produzione cerealicola lucana

«Per la siccità e le elevate temperature degli ultimi giorni la produzione cerealicola lucana potrebbe essere dimezzata. I più colpiti sono i cerealicoltori del Vulture-Melfese, dell’Alto Bradano e della Collina Materana». Questo l’allarme lanciato da Leonardo Moscaritolo, responsabile GIE-cerealicolo della Cia-Agricoltori e vice presidente della Cia Potenza.

«La “tempesta perfetta” come ormai, purtroppo, è ampiamente diventato un diffuso luogo comune – aggiunge – riguarda la combinazione tra gli effetti climatici e il caro gasolio agricolo, i costi di produzione anche per i cerealicoltori come per tutti gli agricoltori alle stelle. Una situazione drammatica e di emergenza che richiede misure d’emergenza comunitarie, nazionali e regionali che vogliamo discutere al prossimo Tavolo Verde in Regione».

Cia dunque chiede di sbloccare subito il grano fermo nei porti ucraini per scongiurare una crisi alimentare davvero tremenda. «Occorre evitare ogni nuova escalation e fare di tutto per raggiungere al più presto un accordo che porti alla ripresa dell’export di grano bloccato nei porti del Mar Nero e destinato soprattutto ai Paesi dell’Africa, che sono quasi totalmente dipendenti da queste risorse – osserva Cia -. In diverse aree del continente africano le tensioni sono già iniziate, la carenza di cereali si aggrava e aumenta il pericolo povertà».

Sul panorama nazionale per Cia resta prioritario intervenire in maniera strutturale per abbassare i costi di produzione, in particolare del gasolio agricolo, arrivato fino a 1,45 euro al litro. «Il prezzo straordinario dei carburanti mette a rischio le trebbiature nelle aree marginali e meno produttive – conclude Cia – riducendo i raccolti di grano duro in una fase così delicata».

Guido Tortorelli

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