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Attualità Basilicata

Agricoltura in Basilicata, a rischio 65 milioni di fondi europei: bandi deserti

Agricoltura al tracollo, tra crisi idrica e cambiamento climatico, ora sono a rischio anche i fondi comunitari.
E’ questo che è venuto fuori, nei giorni scorsi, in Seconda Commissione permanente del Consiglio regionale della Basilicata, dove è stato ascoltato l’assessore all’Agricoltura Carmine Cicala, per fare il punto sulla situazione del comparto agricolo regionale e sull’attuazione delle misure comunitarie.

La denuncia

A seguito dell’audizione il Presidente della Commissione, Roberto Cifarelli, ha espresso forte preoccupazione per il comparto: «La nostra agricoltura – ha dichiarato – sta vivendo una fase drammatica. Alle difficoltà storiche dovute alla crisi dei mercati, all’aumento dei costi di produzione e alle emergenze climatiche, si aggiunge oggi il rischio concreto, confermato sia dall’Assessore Cicala che dal dg Restaino, del rischio di perdere al prossimo 31 dicembre oltre 65 milioni di euro di euro di fondi comunitari del Programma di Sviluppo Rurale per mancata o tardiva spesa entro i termini previsti dall’Unione Europea».

La quota pubblica

Non solo, «la somma in discussione, tra l’altro, non tiene conto della mancata attivazione della quota pubblica, che fra nazionale e regionale è pari al 39,5%; ciò porterebbe la cifra ben oltre i 100 milioni di euro ipotizzati. Un’eventualità gravissima che non possiamo permetterci. Siamo di fronte al classico fenomeno del ‘cavallo che non beve’: i bandi sono sostanzialmente sempre gli stessi da anni e, nonostante ciò, i problemi si ripetono identici». Ciò che ribadisce il consigliere regionale è che se «la procedura è la medesima e i risultati non arrivano, è segno che occorre cambiare radicalmente approccio e rendere le misure realmente in grado di intercettare i bisogni concreti della nostra agricoltura».

Lo stato di emergenza

Non si comprende, inoltre, a fronte delle ripetute dichiarazioni dell’Assessore riguardo alla crisi idrica, per quale motivo la Regione non proceda ancora alla dichiarazione dello stato di emergenza. Tra l’altro richiesto da più parti, anche dalle associazioni agricole.
E’ di questi giorni la decisione di una ulteriore proroga al primo dicembre dei termini entro cui i beneficiari delle anticipazioni sul Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 dovranno sostituire la garanzia regionale con una ordinaria garanzia bancaria o equivalente. Ciò significa sottoporre gli uffici regionali ad un enorme stress per il residuo tempo striminzito per evitare il definanziamento e la malaugurata conseguente richiesta di restituzione da parte degli agricoltori delle somme eventualmente già incassate.

Le misure inefficaci

Per il presidente della Commissione, alla luce degli scarsi risultati prodotti dai bandi sugli investimenti non è più accettabile insistere su strumenti che non stanno producendo risultati, bloccando così le risorse e privandosi della possibilità di investire su misure più efficaci e immediatamente spendibili. Il rischio di definanziamento non è un’ipotesi astratta: la regola comunitaria è chiara, le risorse non spese nei tempi stabiliti vengono revocate e tornano nella disponibilità dell’Unione Europea. Questo significherebbe perdere investimenti vitali per la competitività del settore e per la tenuta sociale delle aree rurali lucane.
«La Basilicata – ha concluso Cifarelli – non può permettersi di perdere queste risorse. Sarebbe un colpo durissimo alla nostra agricoltura e allo sviluppo dei territori per gli anni a venire. È tempo di abbandonare il modello del ‘cavallo che non beve’ e costruire strumenti che facciano correre davvero il settore agricolo lucano».

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