Categorie
Bari Cronaca

Violenza allo stadio “San Nicola” di Bari, dopo i tre arresti si indaga sull’altro branco

Dopo l’arresto dei tre protagonisti dell’ormai famosa rissa all’esterno dello stadio San Nicola di Bari, domenica scorsa, le indagini non sono concluse. Al contrario, il fascicolo d’inchiesta coordinato dal procuratore aggiunto del tribunale di Bari, Ciro Angelillis e affidato agli agenti della Digos, ha ancora parecchi punti oscuri.

Le aggressioni

La prima fase delle indagini ha acceso una luce su quello che è avvenuto fuori, sulla violenza ripetuta più volte davanti a un bambino di soli 7 anni, che il video diventato virale mostra come terrorizzato e in lacrime. È il figlio di uno dei tre arrestati che, secondo quanto mostrano le telecamere dello stadio, avrebbe colpito per primo, per poi essere rincorso e aggredito da più persone. I tre finiti in carcere sono tutti di Toritto e frequentano lo stesso club ultras, i Bulldog, ma la lite sarebbe esplosa per motivi futili ma che nulla avrebbero a che vedere con il calcio, e la tifoseria: pare per una birra non pagata. Nella giornata di oggi, intanto, compariranno al tribunale di Bari per la direttissima o per la convalida dell’arresto eseguito in flgranza differita con l’accusa di rissa aggravata.

La violenza sugli spalti

Quello su cui sono ancora al lavoro gli inquirenti è invece l’altro episodio immortalato dalle telecamere, che vede come vittime padre e figlio, picchiati selvaggiamente alla presenza degli altri componenti la famiglia: la moglie (e mamma) e l’altro figlio minorenne, che sarebbe anche stato preso per il collo, come testimoniano alcuni lividi visibili anche nei giorni successivi. E tutto, hanno raccontato loro stessi, per non essersi allontanati dagli spalti durante una manifestazione di protesta concordata dalla tifoseria, contro la proprietà del Bari.

Alla famiglia si erano avvicinati alcuni componenti della tifoseria che, come deciso preventivamente, avevano intimato a tutti i presenti di alzarsi e uscire. Ma uno dei due uomini picchiati si era accorto di aver dimenticato sul seggiolino uno zaino ed era tornato a prenderlo. Da lì la furia degli aggressori, tre in particolare, che sarebbero già stati identificati dalla Digos, e che sarebbero anche ben conosciuti nell’ambiente. Nelle ore successive, la famiglia picchiata è stata intervistata da un quotidiano online e ha annunciato la decisione di denunciare chi li aveva picchiati. Anche per loro, probabilmente, il cerchio sta per chiudersi.

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version