È vigilia di campionato per il Bari, che domani alle 15 sfiderà al San Nicola il Cesena di Mignani. A presentare la gara è il doppio ex, oggi allenatore, Carmine Gautieri.
Cuore più biancorosso o bianconero?
«Cesena è una piazza importante, una città tranquilla, a misura d’uomo, dove ho vissuto serenamente. Sono stato benissimo. Lì ho esordito in Serie B, c’era una società modello che puntava molto sui giovani. A Bari d’altro canto, dove ho vinto, ho trascorso tre anni fantastici. Il cuore? Non può che essere più biancorosso».
Qual è il valore di questa sfida?
«Importante. Il Bari incontra una squadra allenata bene da Mignani, che reputo un tecnico forte. Sarà una gara bella da vedere, tra due squadre di qualità, che puntano ad arrivare ai playoff per provare a vincerli».
Chi è favorito?
«Il calcio non è una scienza esatta. Credo che il Bari abbia qualcosa in più, ma di fronte trova una squadra molto ben organizzata».
È davvero uno scontro diretto per i playoff?
«Il campionato è lungo, specie quello di Serie B, difficilissimo e stressante. Non credo si tratti di uno scontro diretto, ma in palio ci sono punti pesanti che possono proiettare in alto una delle due squadre».
Il Bari fatica in casa, il Cesena, al contrario, in trasferta: pareggio scritto?
«A volte i numeri sono fatti per essere smentiti. Nel calcio gli episodi fanno la differenza. Parliamo di squadre che attaccano bene l’area. Forse devono essere più cattive. Entrambe possono vincere».
Come giudica il campionato dei biancorossi?
«Positivo. Forse in rapporto all’organico a disposizione si poteva fare di più. Il Bari ha una società forte, un allenatore giusto, che determina; manca qualche punto, ma c’è tutto il tempo per una grande rimonta».
Che ne pensa dei cali di rendimento nei secondi tempi?
«Queste sono fissazioni. Non trovo in Italia una squadra che per 95’ gioca con lo stesso ritmo, attenzione e concentrazione. Il calcio è fatto di episodi, di situazioni fisiche e di gestione. Se il Bari riuscisse a essere più determinato credo che possa disputare un bella stagione».
Crede che il problema sia nella panchina?
«Se non possiedi calciatori di pari livello ai titolari alle volte perdi qualcosa, questo indubbiamente. Però non è facile trovare chi subentra e rompe gli equilibri. Le alternative non stanno determinando, tuttavia il Bari ha le carte in regola per essere competitivo».
A gennaio dove bisognerebbe intervenire?
«Un centrocampista di qualità, con capacità di inserimento, e un altro attaccante sarebbero utili. Sono sicuro che Longo abbia il polso della situazione per capire cosa serva alla squadra».
Lei ha centrato una promozione con il Bari (‘93-‘94): qual è segreto per vincere la B?
«La compattezza e la determinazione del gruppo, soprattutto nei momenti di difficoltà. Abbiamo vinto in un periodo difficile, ma nello spogliatoio eravamo in grado di guardarci negli occhi e di compattarci. Quell’anno si creò una catena, non lasciavamo nessuno indietro».
Certo che vincere con Protti, Tovalieri, Joao Paulo e lo stesso Gautieri forse è più semplice?
«Non dimentico nemmeno Alessio. Il nostro era un gruppo straordinario. Anche nelle giornate più negative riuscivamo a trovare la giocata per vincere».
Lei ha allenato Falletti alla Ternana: possiamo dire di non aver ancora visto il miglior “Papu”?
«È un ragazzo straordinario, si sacrifica, aiuta sempre il compagno. Si mette a disposizione di tutti. Un calciatore di qualità e di gamba che se sta bene fa la differenza. Va supportato nei momenti difficili. Bene ha fatto Longo a permettere che calciasse il rigore contro il Brescia».
Vede un Gautieri nel Bari di Longo?
«Difficile fare paragoni considerando i diversi sistemi di gioco. Io ero un esterno forte in un 4-3-3 o in un 4-4-2, non in un 3-5-2. Avrei fatto fatica con quel tipo di modulo. Oggi, anche a causa di una crisi sul piano della formazione nelle scuole calcio, giocatori con le mie caratteristiche non esistono più».
A proposito di esterni, come valuta Dorval?
«Un calciatore importante, di qualità e prospettiva. Andrebbe sostenuto anche quando non si esprime al meglio».
Crede possa puntare alla Serie A?
«Oggi in A giocano quasi tutti, ma per quello che sta facendo vedere può essere pronto».
Qualche rimpianto rispetto alla parentesi con il Taranto?
«Ho trovato una città bellissima, che mi ha accolto in modo straordinario, con dei tifosi passionali, che meritano grande rispetto e chiarezza. Non c’erano più le condizioni per proseguire. Ho avuto la fortuna di conoscere gli investitori, tra i quali Mark Campbell, persone straordinarie. Speriamo che venga perfezionato il cambio di proprietà, perché vogliono fare qualcosa di importante».