Il rischio di schizofrenia è nei geni. È il risultato di uno studio pubblicato su Nature e condotto da ricercatori dell’Università degli studi di Bari, con diversi gruppi di ricerca internazionali, che hanno identificato 120 nuovi geni che incrementano il rischio di schizofrenia.
L’articolo è il risultato dell’impegno di diversi gruppi di ricerca internazionali, tra cui il gruppo di Neuroscienze Psichiatriche dell’Università di Bari Aldo Moro, con i professori Alessandro Bertolino, Giuseppe Blasi, Antonio Rampino e la dottoressa Silvia Torretta.
«Fino a non molti anni fa – spiegano dall’ateneo barese in una nota – venivano invocate le più disparate e, talvolta, astruse, teorie circa le cause della schizofrenia e dei disturbi psichiatrici maggiori. Oggi sappiamo che il rischio di ammalarsi di schizofrenia è spiegato per circa l’80% da variazioni genetiche. Fino ad ora, però, solo una piccola proporzione di queste variazioni genetiche era conosciuta».
Grazie allo sforzo collettivo dei diversi gruppi di ricerca, è stato raccolto il Dna di circa trecentomila persone, di cui circa settantacinquemila pazienti. I risultati dello studio dimostrano la presenza di almeno 287 regioni del Dna che sono associate a un incremento del rischio di schizofrenia, tra le quali almeno 120 geni «inequivocabilmente identificati».
Questi geni, spiegano ancora dall’Università, «sono coinvolti in processi fisiologici importanti quali il funzionamento delle cellule nervose, nonché la riorganizzazione della loro comunicazione, sia in termini strutturali che funzionali. Ulteriori analisi dettagliate hanno anche rivelato che molti di questi geni sono coinvolti nello sviluppo del cervello, un processo fisiologico fondamentale per la schizofrenia e altri disturbi psichiatrici».