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Università di Bari, il bilancio del rettorato di Bronzini: dal primo ottobre entra in carica Bellotti

È agli sgoccioli il sessennio di Stefano Bronzini alla guida dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari. Mercoledì prossimo, 1 ottobre, entrerà in carica il suo successore Roberto Bellotti.

Oggi, nell’Ateneo, si è svolta una conferenza stampa durante la quale sono stati illustrati i risultati raggiunti durante il rettorato di Bronzini, dal 2019 al 2025.

L’offerta formativa, è emerso, è cresciuta come pure il numero di immatricolazioni e il personale. Maggiori sono stati anche i risultati nella ricerca.

I corsi di laurea, in particolare, sono passati da 118, nel 2019, a 135 nel 2024, con una crescita anche nella sede di Taranto dove sono attivi 13 corsi più quelli di Medicina e chirurgia, Scienze delle produzioni e delle risorse del mare e Farmacia.

Quanto alle immatricolazioni, sono di circa mille unità in sei anni, con le iscrizioni nell’anno accademico 2024-2025 arrivate a circa 41mila. In crescita sono anche le iscrizioni alle lauree Stem, con oltre 2.750 studenti nel 2024-2025 rispetto alle 2.653 del biennio 2019-2020.

Nel corso dell’incontro sono stati resi noti anche i dati relativi alle borse di studio: sono 4.400, da 500 euro ciascuna, quelle erogate agli studenti meritevoli e in condizioni di disagio economico e 2.650 i bonus riconosciuti nel sessennio 2019-2024 per un importo complessivo pari a 689mila euro. Significativo è anche l’incremento delle borse di dottorato, superiore al 150% dal 2019-2020 al 2024-2025.

Passando al personale, dal 2019 al 2024 quello tecnico-amministrativo e i collaboratori linguistici sono cresciuti del 10,4%, registrando un incremento assoluto di 684 unità. Sono inoltre state 911 le nuove procedure di assunzione.

A crescere è inoltre anche la presenza femminile, passata dal 38% al 40%. Per il personale docente, nello stesso periodo, l’incremento è stato del 10,5%, con oltre 1.440 procedure concluse. Nell’ultimo triennio sono aumentate, inoltre, le chiamate di professori esterni, il cui numero ha superato il 22%, un valore oltre il 20% previsto dalla legge.

Con il Pnrr progetti per 139 milioni di euro

Complessivamente, i progetti sviluppati dall’Università di Bari tra il 2019 e il 2025 hanno raggiunto sei milioni e mezzo di euro: oltre 3,5 milioni con Horizon Europe Seed, 829mila euro con Erc Seeds, due milioni di euro con il Fondo per la qualità e l’internazionalizzazione della ricerca. Con il Pnrr, inoltre, sono una ventina i progetti complessi di ricerca attivati per un totale di oltre 139 milioni di euro.

In sei anni sono anche stati avviati 15 corsi di accompagnamento all’imprenditorialità per oltre 400 partecipanti e sostenute più di 40 tra startup e spinoff. Sono stati 67 gli accordi quadro con imprese e istituzioni, 30 i progetti di ateneo e più di 6mila i contatti attivati con il tessuto produttivo. Il portafoglio brevetti è passato dai 97 del 2019 ai 174 del 2025.

A crescere sono stati anche i proventi derivanti da ricerche commissionate, trasferimento tecnologico e finanziamenti competitivi: si è passati dal 2,85% sul totale nel 2019 all’11,42% nel 2024. Aumentano anche gli accordi di cooperazione internazionale: +36% in Africa, +24% in Sud America, +16% in Nord America. Nel triennio 2022-2024 sono state presentate 13 candidature per l’International dimension di Erasmus+, con sette progetti finanziati.

Bronzini: «L’Università è solida. Buon lavoro a Bellotti»

«È stata una bellissima esperienza, io mi sono arricchito moltissimo. L’università è molto solida e credo che siano state messe le basi perché possa decollare ulteriormente». Ha detto Bronzini a margine della conferenza stampa di fine mandato. «Auguro a Roberto Bellotti [in carica dal primo ottobre, ndr] che la prossima governance, col suo rettorato, possa vedere decollare ulteriormente questa università».

Bronzini ha chiarito che «l’università del futuro deve mettere in discussione i campanilismi», ma «essere molto più diffusa nel territorio, anche tematizzando i luoghi di ricerca». Poi, ricordato il momento più bello di questi sei anni da rettore: «È stato quando sono entrato in aula, avendo mantenuto un insegnamento. Non lo facevo per gli studenti, lo facevo per me, avevo bisogno dell’aula. Il momento più bello di quando sei in aula è l’equivoco: noi pensiamo di insegnare agli studenti, invece sono stato io a imparare moltissimo da loro».

Il rettore ha anche parlato del ruolo degli atenei pubblici, che «devono essere sempre migliorati costruendo modelli diversi di università pubbliche territoriali. L’università non appartiene ai Comuni e alle Regioni – ha aggiunto -. Siamo fuori dal Novecento e occorrono quindi nuovi modelli anche per quanto riguarda l’università».

Bronzini ha infine annunciato che gli studenti lo aspettano in aula sin da dopodomani. «Farò un corso di letteratura inglese, come ho fatto in questi sei anni, a cui aggiungo un corso di Teoria dei generi letterari».

«L’UniBa è impegnata contro la guerra a Gaza»

Sul fronte della guerra a Gaza «l’università è molto impegnata, abbiamo anche attivato delle borse di studio per i ragazzi palestinesi. Il sistema universitario ha fatto numerosi appelli, noi insieme alle altre li abbiamo fatti e li condividiamo», ha aggiunto Bronzini. «Penso – ha proseguito – che ci vorrebbe una riflessione del mondo, perché se le regole del mondo oggi dicono che non si riesce ad intervenire, allora vuol dire che queste regole non hanno saputo dare risposte alla complessità».

Bronzini ha chiarito che «la guerra è la semplificazione delle cose. La cosa più semplice del mondo è definire l’altro cattivo, sentendosi buono. Credo che sia una degenerazione novecentesca che ha penetrato il nuovo millennio e mi auguro che l’università, gli studenti e la società sappiano invece costruire il mondo del vero nuovo millennio».

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