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UniBa, il Dirium contro il governo israeliano: «Gravi violazioni dei diritti umani a Gaza e in Cisgiordania»

Il Dipartimento di Ricerca e Innovazione umanistica dell'Università degli studi "Aldo Moro" di Bari prende posizione contro il governo israeliano e lo fa con una mozione approvata dal Consiglio. La mozione invita ad adottare «nei confronti dei colleghi palestinesi misure di accoglienza analoghe a quelle rivolte ai colleghi ucraini nel 2022, quando il ministero aprì…
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Il Dipartimento di Ricerca e Innovazione umanistica dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari prende posizione contro il governo israeliano e lo fa con una mozione approvata dal Consiglio.

La mozione invita ad adottare «nei confronti dei colleghi palestinesi misure di accoglienza analoghe a quelle rivolte ai colleghi ucraini nel 2022, quando il ministero aprì delle posizioni per visiting professor dedicate a chi proveniva da quel Paese in guerra» e ad assicurare «nel caso di eventuali collaborazioni con istituzioni accademiche israeliane che gli interlocutori abbiano esplicitamente preso le distanze dal mancato rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale da parte del governo israeliano».

La mozione di condanna nei confronti delle azioni del governo israeliano contro la popolazione palestinese e contro i dissidenti e gli obiettori israeliani esprime, tra le altre cose, «la più ferma condanna per le gravissime violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte dello Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese, degli abitanti della Striscia di Gaza e della Cisgiordania».

Per questo il Consiglio del Dipartimento «si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all’esistenza, a una vita dignitosa, a un’adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all’istruzione».

Di qui la richiesta della cessazione immediata delle ostilità e un cessate il fuoco duraturo, anche per garantire la liberazione di tutti gli ostaggi; della riapertura sicura e stabile dei corridoi umanitari; del sostegno morale e politico agli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, attiviste nonviolente israeliani e palestinesi che rifiutano ogni complicità, da ambo i lati, al massacro e all’occupazione; dell’obbligo per lo Stato ebraico di smantellare le colonie e ritirare le proprie truppe dai territori occupati, a tutela della popolazione civile e del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese; dell’impegno dei governi coinvolti a intraprendere, con determinazione, la via diplomatica per una pace giusta e duratura.

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