Arriva domani la carica dei funzionari capaci anche di scrivere bozze di sentenze. Sono ottomila in tutta Italia, 88 in Corte d’appello, 110 in tribunale e sono i primi effetti pratici della riforma Cartabia.
Resteranno in servizio per due anni, come “ufficio del magistrato” e verranno utilizzati in mansioni funzionali allo smaltimento dell’arretrato (studiare atti, fare ricerche giurisprudenziali, elaborare schemi di sentenze), come prevedono le condizioni imposte dal Pnrr per non perdere i fondi europei stanziati per la giustizia.
Si cerca, cioè, di ridurre la durata dei processi almeno del 40 per cento, ma soprattutto di ridimensionare il cosiddetto arretrato patologico. Arretrato che in Corte d’appello, in realtà, è già stato dimezzato, quanto meno nel settore del civile (il penale invece soffre ancora), passando dalle 2.400 cause a 1.200.
Una riduzione che risente anche del calo di nuove iscrizioni a ruolo, perché da qualche anno fare causa costa: il contributo unificato, necessario per cominciare, non è più gratuito, così che il cittadino che lamenta un’ingiustizia, come ad esempio la perdita del posto di lavoro, ci pensa due volte prima di spendere quel denaro, senza la certezza di vittoria e con l’altra prospettiva, particolarmente concreta, di pagare in caso di sconfitta le spese processuali.
L’arrivo dei nuovi funzionari, allora, è un tassello in più per ridare una giustizia più certa. Selezionati tra i neo laureati che nei mesi scorsi hanno sostenuto prove ad hoc nell’ambito di un concorso bandito dal ministero della Giustizia, da domani a mercoledì saranno sottoposti ad una vera e propria “intervista” da parte di una commissione composta dai presidenti di sezione, per individuare le destinazioni specifiche per ognuno. Il problema, ora, sarà quello di trovare collocazione anche per loro, vista l’esiguità degli spazi nei palazzi della giustizia.
Da Bari, dove i cancellieri del tribunale sono costretti a dividere stanze concepite per una sola segreteria, a Foggia dove si è pensato di chiudere gli spazi esterni al Palagiustizia, delimitati da un colonnato, e ricavarvi nuove stanze.
Una soluzione che, per certi versi, riporta indietro nel tempo, a maggio 2018, quando la struttura che ospitava gli uffici giudiziari baresi, in via Nazariantz, fu dichiarata inagibile e l’intera attività fu trasferita in tende da campo, fornite dalla Protezione civile e montate nel parcheggio antistante. In tal senso, allora, la realizzazione di una sede unica per tutti gli uffici giudiziari diventa l’obiettivo da centrare nel più breve tempo possibile.










