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Triggiano, una lettera per Giordano dalla comunità educativa dei Licei Cartesio

«Innanzitutto vogliamo esprimerti la gioia di saperti al sicuro tra le braccia di tua madre e della tua famiglia, le cui lacrime, insieme alle tue, hanno sconvolto le notti di molti di noi». Inizia così la lettera inviata a Giordano Signorile dalla comunità educativa dei Licei Cartesio di Triggiano. Bloccato a Kiev nei giorni scorsi…
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«Innanzitutto vogliamo esprimerti la gioia di saperti al sicuro tra le braccia di tua madre e della tua famiglia, le cui lacrime, insieme alle tue, hanno sconvolto le notti di molti di noi». Inizia così la lettera inviata a Giordano Signorile dalla comunità educativa dei Licei Cartesio di Triggiano. Bloccato a Kiev nei giorni scorsi dopo gli appelli della famiglia e di tanti amici ieri è riuscito a tornate a Bari. Una lettera per testimoniare anche a distanza e lontani dalla guerra il dolore delle bombe, il pianto dei più piccoli, il valore dei volontari e delle donne che organizzano la resistenza.

«Attraverso i tuoi messaggi – continuano – è arrivata tutta la tua fibrillazione per i momenti tragici vissuti e raccontati. Contenti che sia tornato a Capurso, nella tua terra, per riportare sani i sogni di ballerino con cui era partito per Kiev partecipando ad uno stage fino all’ultimo momento tranquillo e rassicurante. Con la tua storia abbiamo realizzato l’immagine perfetta della bruttezza della guerra: l’assurdo che compone la Storia dei nostri giorni è in grado di rompere i sogni dei giovani, a cui noi come scuola lavoriamo rinsaldandoli e definendoli. Con la tua storia abbiamo scoperto che la fatica e la gioia di costruire un futuro, di avviarlo e di vederlo fiorire nei giovani che formiamo ed educhiamo si può scontrare con il delirio dell’uomo e può diventare guerra e fetore di morte. Chi vuole la guerra non muore mai, perché a morire sono i civili, la gente normale che deve difendersi, la società giusta che ha costruito e avviato percorsi se non di pace almeno di convivenza. Ti ringraziamo solo ora, e forse provocatoriamente, perché attraverso la tua storia gli studenti della tua e nostra scuola hanno capito che qualunque cosa saranno, ovunque andranno, è loro dovere costruire società ed equilibri di pace, che pur nella loro complessità, non devono mai permettere deleghe a quella politica che alleva dittatori e reprime le libertà, che nega il dialogo e afferma la potenza unilaterale del delirio umano. Grazie perché in tempi di teoria e di astrazione, tu ci hai riportato al senso dell’educazione civica, della geopolitica, della cultura e della mondialità, valori in cui ritorniamo a credere e che confermiamo con forza e decisione come fari nella società che noi e te insieme ai tanti ragazzi, andremo a costruire. Buona strada Giordano, buona strada ai tanti Giordano che in Ucraina, e in Russia e in tante altre parti del mondo, vedono uccisi i loro sogni. Che la Bellezza della danza e dell’arte faccia rifiorire tutto, perché, come diceva un grande russo, Dostojevskj, è la Bellezza che salverà il mondo. Anche dalla guerra».

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