Tangenti sui fondi agricoli in Puglia, respinti due patteggiamenti: «Proposte non congrue»

È stato respinto dal gup di Bari, Giuseppe Ronzino, il patteggiamento per i due funzionari del dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Giuseppe Vacca (in pensione) e Lorenzo Mazzini, accusati a vario titolo di concussione, corruzione e truffa aggravata per presunte tangenti ricevute nell’ambito dell’erogazione di fondi pubblici relativi al Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020.

I fatti si riferiscono agli anni tra il 2018 e il 2020. Vacca e Mazzini furono arrestati insieme ad altri quattro indagati a novembre 2021.

Il gup ha ritenuto non congrue le proposte di patteggiamento a 4 anni e 4 mesi per Mazzini e a 3 anni e 10 mesi per Vacca.

I due, per la Procura, avrebbero chiesto tangenti agli imprenditori interessati all’erogazione dei fondi.

Il gup ha poi assolto due imputati che avevano chiesto il rito abbreviato. Si tratta del dirigente della Regione Domenico Campanile (difeso dall’avvocato Tommaso Barile) e dell’agronomo Antonio Bernardoni (avvocato Francesco Marzullo): il primo è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato» dalle accuse di omessa denuncia, rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento; il secondo è stato assolto dall’accusa di truffa aggravata «per non aver commesso il fatto» e da quella di falso «perché il fatto non costituisce reato».

Gli altri imputati coinvolti, tra imprenditori e consulenti agronomi, sono invece stati rinviati a giudizio: il processo per loro inizierà il 5 giugno 2025 davanti alla seconda sezione del tribunale.

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