Perquisizioni sono in corso a carico di 8 persone, tra le quali il sindaco di Gioia del Colle, Gianni Mastrangelo, il responsabile dei Lavori pubblici Antonino Delvecchio e l’imprenditore di Noci Donato Mottola, indagati per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falso, turbata libertà degli incanti e traffico illecito di influenze.
Le perquisizioni, disposte dal procuratore capo Roberto Rossi e dalla pm Savina Toscani nelle abitazioni e negli uffici del Comune di Gioia del Colle, riguardano la realizzazione di una scuola primaria modulare in un Comune, il condizionamento dei requisiti di partecipazione previsti nel disciplinare/lettera d’invito, avvenuto attraverso la condivisione di informazioni riservate (caratteristiche tecnico-dimensionali delle opere e stima dei costi) in epoca antecedente all’indizione della procedura d’appalto, nonché da parte dei pubblici ufficiali la simulazione dell’avvenuta predisposizione e verifica a degli elaborati relativi alla fattibilità tecnica e economica del progetto (la documentazione tecnica di fatto sarebbe stata preventivamente concordata con l’impresa aggiudicataria). In cambio avrebbe ricevuto una partita di 56 quintali di legna, mentre il supporto al RUP avrebbe accettato la promessa di una dazione di denaro di 60.000 euro, per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio.
C’è poi un’altra gara, quella per la fornitura di noleggio prefabbricato per l’adeguamento scuola Losapio-Carano di Gioia del Colle dell’importo di 258.196 euro, del quale era Delvecchio Rup e presidente di gara, appaltata alla Dmeco Engineering di Donato Mottola, nonostante non ne avesse i requisiti. Delvecchio avrebbe anche fatto in modo da fare affidare i servizi tecnici di progettazione esecutiva-definitiva la direzione dei lavori e coordinamento sicurezza relativa ai plessi scolastici Villagio Azzurri – G. Mazzini – San Filippo Neri all’ingegner Amedeo Maffei, con sede legale a Locorotondo.
In relazione a questa vicenda è emersa la figura di un “mediatore” (indagato per traffico illecito di influenze) il quale, avendo ottenuto informazioni privilegiate relative all’appalto di prossima indizione, avrebbe indebitamente utilizzato la relazione esistente con Mastrangelo al fine di condizionare la gara, con la promessa di una utilità pari al 10% dell’offerta economica presentata. In entrambe le gare, inoltre, sarebbero stati realizzati dei falsi.
Le perquisizioni rientrano nel filone d’inchiesta nato da un’altra indagine, che aveva consentito di svelare, negli scorsi mesi, il collaudato “sistema” corruttivo posto in essere da pubblici ufficiali e imprenditori, negli appalti della Asl barese.