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Sicurezza sul lavoro, in Puglia oltre 24mila infortuni e 96 morti. Cgil propone istituzione di un osservatorio

È un piccolo bollettino di guerra quello del fronte del lavoro fotografato dalla Cgil nella conferenza stampa a Bari: nel 2021 in Puglia, spiegano dal sindacato, ci sono stati 65 infortuni ogni giorno, 96 i morti a fine anno. “Al sicuro!” è l’emblematico titolo dell’iniziativa che si è tenuta presso il dipartimento di giurisprudenza dell’Università…
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È un piccolo bollettino di guerra quello del fronte del lavoro fotografato dalla Cgil nella conferenza stampa a Bari: nel 2021 in Puglia, spiegano dal sindacato, ci sono stati 65 infortuni ogni giorno, 96 i morti a fine anno.

“Al sicuro!” è l’emblematico titolo dell’iniziativa che si è tenuta presso il dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Bari, promossa nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata dalla Cgil dopo le tragedie che hanno spezzato le vite di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, due giovani di 18 e 16 anni morti il primo durante un percorso di alternanza scuola lavoro, il secondo mentre svolgeva un tirocinio.
«Numeri e storie che ci dicono quanto urgente sia, e questa è la proposta che avanziamo, un osservatorio permanente su formazione e lavoro, coinvolgendo le associazioni studentesche, per monitorare un fenomeno che oggi sfugge alla conoscenza e valutazione», ha detto il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.
«Siamo dinanzi a report che, drammaticamente, confermano quanto denunciamo da tempo: esiste un nesso fra precarietà, sfruttamento e inadempienza in materia di norme sulla salute e sicurezza. E, infatti, tra i settori maggiormente interessati dagli infortuni ci sono quelli che vedono spesso la maggior parte degli addetti avere meno di 34 anni, che si tratti di giovani titolari di rapporti di lavoro veri e propri o impegnati in percorsi di formazione curricolari o extracurricolari», ha aggiunto Maria Giorgia Vulcano, coordinatrice del Nidil Cgil Puglia. «Crediamo che la formazione permanente durante tutto l’arco della vita rappresenti ancora una leva per uscire dalla multiformi condizioni di ricattabilità e subalternità» ma «bisogna ripensare ai modelli attuali dei percorsi di formazione curricolare ed extracurricolare, riformandoli».
In Puglia sono 100mila gli studenti della scuola secondaria di II grado a potervi essere in potenza coinvolti e 500 quelli inseriti in percorsi professionali.
Per Gesmundo il tema della sicurezza deve essere centrale: «C’è bisogno di informare e formare su tutele e diritti, su strumenti di prevenzione in special modo se coinvolti sono studenti in formazione. Costruire dal basso condizioni del cambiamento, coinvolgendo esperti, enti di formazione, affinché vi sia conoscenza vera sul tema della sicurezza tale da poter esigere il rispetto di tutte le misure previste dalle leggi».
A concludere i lavori la segretaria confederale nazionale della Cgil, Rossana Dettori.

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