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Bari Cronaca

Truffe, abusivismo e bancarotta: sequestrati beni per 35 milioni di euro a due imprenditori edili baresi

Beni per un valore complessivo di circa 35 milioni di euro sono stati sequestrati a due fratelli baresi, noti imprenditori attivi nel settore edilizio.

Il provvedimento, emesso dalla terza sezione penale del Tribunale di Bari su proposta della locale Procura della Repubblica, è stato eseguito dai finanzieri.

Nel corso degli approfondimenti svolti dalla Guardia di finanza per ricostruire il «profilo di pericolosità sociale» dei due imprenditori sarebbero emersi «asset patrimoniali e finanziari» riconducibili a loro, «ai componenti dei rispettivi nuclei familiari e a soggetti terzi ritenuti dei meri “prestanome”», è detto in una nota.

Nel corso degli anni i due imprenditori sono stati coinvolti in diverse vicende relative a reati di truffa, falso, abusivismo edilizio, corruzione e bancarotta. «In molti casi – spiegano i finanzieri -, con sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione». Tra le vicende i cui i due furono coinvolti c’è anche quella relativa a una «truffa aggravata in danno della Provincia di Bari», proseguono gli inquirenti: i due ottennero «il pagamento di oltre 20 milioni di euro per lavori mai eseguiti o eseguiti solo in parte, vicenda anch’essa conclusasi con la prescrizione».

I finanzieri, nel corso delle indagini, hanno appurato come gli acquisti di immobili e società effettuati dagli imprenditori «costituissero il frutto delle attività illecite o del reimpiego delle risorse indebitamente accumulate».

A conclusione dell’indagine economico-patrimoniale è stato dunque ritenuto che «la capacità reddituale lecita» dei due imprenditori e dei loro familiari «non fosse tale da giustificare, complessivamente, l’accrescimento patrimoniale concretizzatosi nella disponibilità di numerosi immobili».

Tra i beni sequestrati figurano, tra l’altro, appartamenti a Cortina d’Ampezzo, Milano e Bari e due ville, rispettivamente, a Porto Rotondo e Rosa Marina.

Il provvedimento di sequestro interesserà, proseguono i finanzieri, «numerosi compendi aziendali, ubicati in Sardegna, Emilia Romagna, Puglia e nella Capitale, attività commerciali di bar e ristorazione, nonché i rapporti finanziari intestati ai proposti e alle persone fisiche e/o alle imprese loro riconducibili».

Gli elementi investigativi, concludono gli inquirenti, «hanno consentito, infine, di accertare come entrambi i fratelli abbiano fatto ricorso a persone di fiducia allo scopo di celare la proprietà dei beni immobili, mobili e societari, mantenendone, di fatto la disponibilità, condotte queste che possono ragionevolmente sottendere al tentativo di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale».

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