Tensione alta ieri mattina durante un forum organizzato per i 25 anni di Repubblica Bari, dove il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, e il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, si sono affrontati duramente sulla riforma che introduce la separazione delle carriere dei magistrati.
Riforma dei magistrati
Sisto ha difeso con forza il progetto del governo, sostenendo che non si tratta di «una riforma contro la magistratura né di una riforma politica», ma di «un intervento positivo che tutela il cittadino attraverso un giudice terzo e imparziale, capace di garantire maggiore sicurezza». Di tutt’altro avviso il procuratore Rossi, che ha citato dichiarazioni del ministro Carlo Nordio per contestare le finalità del provvedimento. Secondo Rossi, la separazione delle carriere punta a «far recuperare alla politica il suo primato costituzionale» e quello «spazio colmato dalla magistratura».
Il dibattito
Il dibattito è degenerato quando Sisto ha affermato che «molti magistrati» gli avrebbero espresso sostegno alla riforma, ricevendo una secca replica da Rossi: «Sono fesserie». Il viceministro, a quel punto, ha evocato anche la figura di Giovanni Falcone, sostenendo che sarebbe stato favorevole alla riforma. Una frase che ha fatto esplodere l’ira di Rossi.
«Maria Falcone, sua sorella, ha detto chiaramente: lasciatelo stare, state zitti», ha ribattuto il procuratore, rivolgendosi poi direttamente a Sisto: «Ti devi sciacquare la bocca quando parli di Falcone, non vali, e neanche io, la punta delle sue…», ha detto indicando le scarpe. «Sua sorella – ha proseguito Rossi – ha detto che non potete parlare a nome suo. È un’offesa alla sua memoria».
Il confronto è proseguito sul terreno dei dati relativi all’accoglimento da parte dei gip delle richieste dei pubblici ministeri, incluse le autorizzazioni alle intercettazioni, che secondo Sisto sarebbero approvate nel 94% dei casi, a dimostrazione di una presunta «colleganza» tra uffici. Anche su questo punto Rossi ha controreplicato: «Il dato non è vero, è una falsità. A Bari non sono mai stati chiesti. Mi quereli pure Nordio».