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Saltano i fondi per il Nodo ferroviario Bari Nord, i sindacati: «A rischio anni di pianificazione»

Un taglio da 700 milioni di euro mette a rischio il futuro del nodo ferroviario Bari Nord. Il definanziamento, deciso il 29 novembre dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) a causa di ritardi accumulati, ha suscitato la reazione dei sindacati pugliesi.

Cgil Puglia, Filt Cgil e la Camera del Lavoro Metropolitana di Bari chiedono alla Regione di attivare una cabina di regia per chiarire le cause di questa scelta e trovare soluzioni alternative.

Il progetto, sviluppato da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), prevedeva la dismissione del tracciato tra Giovinazzo e Bari Parco Nord, sostituito da una nuova linea a doppio binario elettrificata lunga 11 chilometri. L’opera includeva anche la soppressione di tutti i passaggi a livello, con l’obiettivo di migliorare qualità e regolarità del servizio.

«È un definanziamento gravissimo, che avrà pesanti ricadute occupazionali e vanifica un lavoro ventennale», denunciano Gigia Bucci (Cgil Puglia), Gianni De Lello (Filt Cgil) e Domenico Ficco (Camera del Lavoro di Bari). «Governo, Rfi e Regione devono assumersi le loro responsabilità e avviare un confronto con le parti sociali. Auspichiamo che queste risorse restino in Puglia e non vengano dirottate altrove».

I sindacati sottolineano l’importanza strategica dell’opera per il territorio, sia in termini di sviluppo infrastrutturale che di occupazione. «Serve un’azione urgente per evitare che anni di pianificazione vadano persi», concludono.

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