Aveva da poco compiuto 22 anni il carabiniere Cataldo Stasi quando fu ucciso, il 20 aprile del 1988 dalla banda della Uno bianca mentre era in servizio nel Bolognese.
Stasi è nato il 15 aprile del 1966 a Ruvo di Puglia e lì, oggi, a lui è stata intitolata la Caserma dei carabinieri.
La cerimonia si è svolta stamattina alla presenza delle autorità e dei familiari di Cataldo Stasi, tra cui il padre Francesco.
«Per noi è una grande soddisfazione nonostante il dolore. L’intitolazione della caserma dei carabinieri a lui, la cerimonia oggi nel giorno in cui avrebbe festeggiato il suo compleanno, ci fanno felici. Ed è un modo per ribadire quanto siamo orgogliosi di lui», ha detto Michele Stasi, con la voce rotta dalla commozione. Accanto a lui, la sorella Carmela.
Sono emozionati mentre viene scoperta la targa che dà il nome del fratello alla caserma di Ruvo, città di cui il militare medaglia d’oro al valore civile era originario. «Purtroppo mamma ci ha lasciato qualche tempo fa ma da lassù so che anche lei è orgogliosa di Cataldo», ha aggiunto Michele.
La cerimonia, accompagnata dalla fanfara dei carabinieri, è stata l’occasione per ricordare che «Stasi è un esempio di coraggio e di speranza per noi e per tutta la comunità», ha detto il generale di brigata Gianluca Trombetti, comandante provinciale dei carabinieri di Bari. «Indossare questa uniforme è un forte motivo di orgoglio» perché «è un presidio inderogabile di sicurezza e la sicurezza è un prerequisito indispensabile per l’esercizio dei diritti e delle libertà che la nostra Costituzione richiama e su cui l’Arma è chiamata a vigilare», ha concluso il generale.






