A due giorni dall’incontro convocato dal sindaco di Bari Vito Leccese per fare il punto sul piano messo in campo dalla Città metropolitana per il contrasto all’abbandono dei rifiuti, i 41 sindaci dei Comuni della provincia hanno scritto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per chiedere che venga dichiarato lo stato di emergenza.
In una nota, i primi cittadini evidenziano «la pressante e quotidiana preoccupazione in relazione al fenomeno degli abbandoni e dei roghi tossici che ormai interessa la gran parte delle aree rurali e delle aree periurbane». Un fenomeno, scrivono i sindaci, «diventato sempre più impattante per la quantità degli abbandoni e per le alterazioni che esso determina sul paesaggio e sull’ecosistema». I primi cittadini hanno quindi chiarito la necessità di fronteggiare l’emergenza attraverso «misure straordinarie, anche in considerazione dell’evidenza che gli strumenti ordinari a disposizione dei sindaci non sono adeguati alla sfida e all’impegno necessario per arginare i molteplici eventi criminali».
Nella nota si legge: «Pur condividendo i contenuti e gli obiettivi fissati dalla Regione Puglia di approvazione dell’accordo di programma Tutela ambientale, riteniamo utile che venga dichiarato lo stato di emergenza per gli abbandoni dei rifiuti e per il contrasto ai roghi tossici, al fine di tutelare la salute delle comunità e dell’ambiente».
Contemporaneamente, la Città metropolitana ha convocato per il prossimo 29 agosto i rappresentanti degli otto Aro del territorio, la presidente dell’Anci Puglia, Fiorenza Pascazio, e i referenti dei servizi interessati della Città metropolitana per un confronto tecnico-operativo sulla definizione della strategia metropolitana di contrasto al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. «Non so se il presidente Emiliano accoglierà la richiesta – spiega Pascazio – ma non possiamo andare avanti così. A inizio agosto – ricordo – i sindaci avevano già esposto il problema dei roghi al prefetto». Quanto alle possibili soluzioni, Pascazio spiega che «occorrono maggiori controlli, una rimozione più continuativa dei rifiuti, ma anche strumenti di prevenzione con foto trappole, droni e sistemi smart per monitorare le utenze che non conferiscono».