«Oggi la polizia è salita a casa nostra per chiederci di rimuovere la bandiera della Palestina esposta sul nostro balcone privato». Comincia così un post pubblicato sui social da Sofia Mirizzi, giovane ragazza residente a Putignano, che denuncia quanto accaduto ieri in occasione del passaggio del Giro d’Italia dalla Città del Carnevale.
«Non stavamo disturbando nessuno. Non stavamo violando alcuna legge. Stavamo semplicemente esercitando il nostro diritto di espressione in uno spazio che ci appartiene», sottolinea Sofia, affermando che quanto accaduto lascerebbe intendere «che la bandiera doveva essere tolta perché il Giro d’Italia sarebbe passato proprio sotto casa nostra e la bandiera sarebbe stata inquadrata dalle telecamere nazionali».
Sofia si chiede «da quando esporre una bandiera che rappresenta un popolo e una causa umanitaria è diventato motivo d’intervento delle forze dell’ordine?» e «in quale momento il sostegno civile e pacifico a un popolo sotto occupazione è diventato un problema di ordine pubblico?».
La giovane putignanese esprime indignazione per un episodio che, afferma, «non riguarda solo noi, ma chiunque creda nella libertà di espressione, nei diritti civili e nella possibilità di esprimere solidarietà» e chiede «chiarezza, rispetto e il riconoscimento di un principio fondamentale in una democrazia: nessuno dovrebbe essere intimidito per aver espresso la propria solidarietà in modo pacifico e legittimo».
I Giovani democratici: «Inaccettabile, sia fatta chiarezza»
Su quanto accaduto a Putignano intervengono anche i Giovani democratici della Puglia che parlano di «un fatto gravissimo, che non può passare sotto silenzio» perché, affermano, è «inaccettabile che in uno Stato democratico si possa impedire, con la forza pubblica, l’espressione pacifica di un’opinione. Non esiste alcuna norma che vieti di esporre bandiere da un’abitazione privata. Nessun regolamento, nessuna ragione di “opportunità televisiva” può giustificare un intervento di questo tipo. Siamo di fronte a un atto di censura preventiva che mortifica la libertà d’espressione sancita dalla nostra Costituzione».
I Giovani democratici pugliesi chiedono che «venga fatta piena luce su quanto accaduto e che vengano chiarite le responsabilità di chi ha ordinato o eseguito questa imposizione arbitraria. La solidarietà verso la Palestina non può e non deve essere messa a tacere con la repressione», concludono.
Il sindaco: «Dispiaciuto per l’accaduto. Putignano è e deve rimanere una città libera»
«Putignano è e deve rimanere una città libera, un luogo in cui poter esprimere il proprio pensiero e la propria opinione». Lo afferma, in una nota, il sindaco Michele Vinella dopo «un confronto con la polizia di Stato».
Il primo cittadino si dice «dispiaciuto» per quanto accaduto ieri, in «un giorno complesso e delicato per le forze dell’ordine in termini di gestione, controllo e prevenzione della sicurezza sul territorio», e ricorda che «a Putignano l’operato della polizia di Stato non ha mai interferito con la libertà di espressione, anzi ha sempre contribuito a che questa venisse garantita con la sicurezza di tutte e tutti».
Putignano, assicura Vinella, «è sempre aperta a chiunque voglia confrontarsi su qualsiasi tema, incluso quello del delicato conflitto Israelo-Palestinese, così come è anche avvenuto nel recente passato. Putignano – conclude – è una Città aperta e libera, e continuerà ad esserlo».