A chi gli ha chiesto un parere sulle prossime elezioni regionali in Puglia, Ignazio La Russa ha risposto: «Non parlo di questo, lo lascio fare ai dirigenti locali. Ma sicuramente auspico che vinca il centrodestra».
Il presidente del Senato è a Bari per partecipare e un incontro organizzato dalla Fondazione Tatarella per presentare il libro “La destra di governo. Da Pinuccio Tatarella a Giorgia Meloni” del vice presidente Fabrizio Tatarella. All’incontro partecipa anche il vice presidente della Fondazione Alleanza nazionale, Antonio Giordano.
Parlando di com’è cambiata la destra nel corso degli anni, La Russa ha evidenziato che è stata «un’evoluzione senza soluzione di continuità, non a caso, sia pure senza il trapezio, senza la scritta Msi, dalla nascita della destra del dopoguerra ad oggi un segno grafico rimane ed è la fiamma, e ne siamo orgogliosi, perché questo significa che si può essere sempre adeguati ai tempi, sempre essere in grado di approfondire e anche mutare certe valutazioni, ma mantenendo salda la propria identità».
Per La Russa «la destra di oggi è adeguata ai tempi ed è in grado di interpretare, meglio addirittura che in passato, la propria identità nazionale sganciata da ogni particolarismo che potrebbe ad altri sembrare esistere e che invece è superato. Nello stesso tempo però – ha proseguito – è ricca di quei valori, di quelle identità di destra che hanno visto in Puglia con Pinuccio Tatarella, ma anche un po’ con Salvatore, un’apoteosi».
Il presidente del Senato ha poi affermato che «senza la Puglia non ci sarebbe stata questa destra di governo. Fabrizio Tatarella lo spiega bene anche nel suo libro. Io credo – ha aggiunto – che, in questa terra, Pinuccio avesse già pensato, e in parte realizzato, quello che poi sarebbe stato lo sviluppo della destra politica italiana: una destra che si affrancava dai nostalgici, che si affranca da ogni forma di nostalgismo, dalla emarginazione, che voleva dialogare con tutti e dimostrare di essere una forza non solo rispettosa, ma innamorata della prima parte della nostra Costituzione. Una destra capace di dare all’Italia, anche sul piano internazionale, un ruolo che altri, negli ultimi decenni, non avevano saputo dare», ha concluso.
Fabrizio Tatarella: «Bisogna trovare un candidato che rappresenti la comunità»
Chi si è soffermato sulle elezioni regionali, invece, è Fabrizio Tatarella. «Mi auguro che – ha detto -, dopo trent’anni, il centrodestra trovi finalmente una persona capace di interpretare lo spirito che animava Pinuccio negli anni ’90, quando nasceva Alleanza Nazionale, Bari era la capitale della destra di governo, e la Puglia veniva definita “l’Emilia nera” della destra italiana. Oggi, purtroppo, è più rossa della rossa Emilia-Romagna».
Per il vice presidente della Fondazione Tatarella «è fondamentale un’inversione di marcia. E io sono fiducioso: tutte queste inchieste e scandali che stanno colpendo il centrosinistra possono essere un viatico per aprire una nuova fase. Bisogna trovare un candidato presidente che sappia rappresentare davvero la comunità pugliese, magari aperto al civismo, come accadde nel 1995, quando Pinuccio Tatarella individuò nella figura di Salvatore Di Staso, il compianto presidente della Regione, oppure un esponente di partito forte e autorevole».
