I docenti dei licei annessi al convitto nazionale “Cirillo” non ci stanno e scrivono una nota in Consiglio con la quale si ribadisce il ruolo della scuola nella crescita degli studenti ma anche la necessaria collaborazione con le famiglie. Infine, una sottolineatura sul fatto che «i docenti delle scuole pubbliche sono pubblici ufficiali, in quanto svolgono pubbliche funzioni, tra le quali rientra la valutazione degli studenti, anche ove essa non sia conforme ai desideri e alle aspettative degli studenti e delle loro famiglie». La nota si è resa necessaria dopo l’increscioso episodio accaduto ieri a Bari, ma si registrano tanti casi analoghi sparsi su tutto il territorio. La vicenda si è svolta nei giorni scorsi: il padre di una alunna del quinto anno, che aveva telefonato a casa dopo aver preso un brutto voto ad un compito scritto, sarebbe piombato a scuola e avrebbe picchiato il docente. I docenti dell’istituto, con in testa il dirigente scolastico, ribadiscono la costante disponibilità al confronto e al dialogo educativo con gli alunni e con le loro famiglie, incentivato e promosso anche in questi anni di pandemia, garantendo il costante scambio costruttivo. Sottolineano, infine, che l’esperienza scolastica necessita di un clima di fiducia e di collaborazione in cui non deve mai mancare il rispetto per l’alunno, per il genitore e per l’insegnante, figura determinante nella crescita morale e culturale dei giovani.
Fa suo questo spirito anche Roberto Calienno, segretario Cisl Scuola, che chiarisce: «Per fortuna si tratta di pochi casi all’anno ma è anche vero che anche solo un caso è troppo. Ho notato un aumento di questi episodi negli ultimi anni e purtroppo, spesso e volentieri, per un caso che arriva alla ribalta chissà quanti rimangono nell’ombra». Ed è proprio questo il punto, la collaborazione tra corpo scolastico e genitori è centrale per una crescita sana delle giovani generazioni, sovraesposte rispetto alle passate a informazioni e modelli diversi. Il segretario, poi, fa anche notare: «Non mancano certamente le modalità di eventuali indagini se qualcosa non va all’interno delle mura di un istituto scolastico. La violenza non porta a nulla di buono, con il dialogo si può andare a fondo sulle questioni, anche quelle più spinose».
Di rispetto reciproco tra le persone e verso le istituzioni parla anche Vito Menolascina, rappresentante dei genitori della scuola Carrante, che ribadisce: «Condanno fermamente l’uso della violenza per risolvere una questione che riguarda il rapporto tra studente e docente. Se genitori e insegnati dialogano ne beneficiano sicuramente i ragazzi».