Romano Prodi ha presentato oggi, presso la Libreria Laterza di Bari, il libro “Strana vita, la mia”, edito da Solferino: un libro in cui si racconta a Marco Ascione, giornalista del “Corriere della Sera”: la vita intensa di un protagonista della nostra storia che ha sempre “interpretato a soggetto”, da riformista, sì, ma a modo suo.
A margine della presentazione del libro, Prodi si è soffermato a parlare della Puglia, dell’Europa e di quanto sta accadendo in Russia.
«Ho un rapporto di affezione con Bari e la Puglia – ha detto -. Bari, secondo me, nel Sud dovrebbe prendere un ruolo di supremazia tecnico-scientifica».
Nel libro, il professore bolognese racconta il suo vissuto da protagonista nella vita politica e italiana e analizza anche il momento che stiamo vivendo: «In questo momento – afferma – avremmo tanto bisogno di Europa. Per fortuna ci siamo messi insieme per aiutare l’Ucraina, ma servirebbe una politica energetica che dovrebbe seguire immediatamente la politica di difesa dell’Ucraina. Dal punto di vista economico abbiamo fatto progressi e il Sud ne può approfittare, dal punto di vista politico non abbiamo né una politica estera comune, né un esercito comune. Per fortuna l’Alleanza atlantica è stata un buon ombrello, ma non possiamo vivere sempre solo con un ombrello».
Prodi, nel suo libro, racconta anche dei lunghi colloqui avuti con il premier russo Vladimir Putin, anche in occasione del summit a Bari del 2007: «Aveva momenti durissimi nei colloqui – racconta – ma aveva anche momenti di grande riflessività, purtroppo ha prevalso la durezza. Al summit di Bari, alla tomba di San Nicola si è sdraiato (e non c’era stampa, non c’erano fotografi) e con una candela ha fatto il segno della croce, però quanto questo risponda a un fatto personale o a un’operazione politica non ve lo so dire».