Lascia gli arresti domiciliari l’imprenditore di Corato Cataldo Perrone, arrestato la settimana scorsa con le accuse di corruzione e falso nell’ambito dell’inchiesta su presunti appalti truccati nell’Asl Bari.
Perrone, assistito dall’avvocato Mario Malcangi, è tornato in libertà e nei suoi confronti è stata disposta l’interdizione a contrattare con la pubblica amministrazione per un anno.
Ieri, Perrone aveva risposto alle domande del gip in sede di interrogatorio, ammettendo di aver fatto alcuni “omaggi” (consistiti per l’accusa “nel pagamento di vari articoli” come una porta blindata, porte interne ed elementi d’arredo del bagno) al funzionario della Asl Bari Nicola Iacobellis (in carcere) e a sua moglie Paola Andriani (ai domiciliari), ma non come contropartita di accordi illeciti.
Quanto all’ipotesi di falso – è accusato insieme a Iacobellis di aver attestato falsamente il termine dei lavori per la sostituzione delle canne fumarie dell’ospedale Di Venere di Bari al 29 dicembre 2023, lavori in realtà conclusi a luglio 2024 – ha sostenuto che quella diversa datazione della fine dei lavori per lui fosse irrilevante, e che si trattasse di un’esigenza della Asl.
Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari per un presunto giro di tangenti per appalti nell’Asl sono state arrestate 10 persone con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti. In carcere, oltre a tre imprenditori (per uno di questi, Ignazio Gadaleta, la misura è stata sostituita con i domiciliari), ci sono i funzionari della Asl Nicola Iacobellis, Nicola Sansolini e Concetta Sciannimanico.