«Come non essere grati e riconoscenti al Signore per averci donato Papa Francesco, uomo forte e coraggioso, pastore buono e premuroso, che ci ha indicato orizzonti sempre più vasti di accoglienza, dialogo, fraternità, pace, amore». Sono l’emozione e la gratitudine il filo conduttore che accompagna il ricordo di padre Giovanni Distante, priore della basilica pontificia di San Nicola a Bari, che il Pontefice lo ha incontrato in più di un’occasione, anche durante le sue visite nel capoluogo pugliese.
«Era una persona che dava fiducia, che incoraggiava», racconta invece don Gianni De Robertis, parroco della Natività di San Pio a Bari. «Una parola che lo rappresenta – afferma – è il termine greco “parresia”, che indica coloro in grado di parlare con libertà. Era una persona schietta, diceva ciò che pensava senza farsi condizionare».
Il legame con la Puglia
Il 23 febbraio 2020, in occasione dell’arrivo nel capoluogo del Pontefice per la conclusione dell’incontro di riflessione e spiritualità su “Mediterraneo frontiera di pace”, al quale parteciparono i vescovi cattolici dei Paesi che affacciano sul bacino mediterraneo, racconta ancora padre Distante, «Papa Francesco pronunciò una delle più belle espressioni che siano state mai dedicate alla città di San Nicola: “È la seconda volta in pochi mesi che si fa un gesto di unità così: quella era la prima volta, dopo il grande scisma, che eravamo tutti insieme; e questa è una prima volta di tutti i vescovi che si affacciano sul Mediterraneo. Credo che potremmo chiamare Bari la capitale dell’unità, dell’unità della Chiesa”».
Un altro elemento che lega Papa Francesco alla Puglia è la figura di don Tonino Bello, una persona con la quale c’era «grande affinità», afferma don Gianni De Robertis: «Lui è morto il giorno dopo l’anniversario della morte di don Tonino, il 20 aprile. Una figura che esprime la parte migliore della nostra gente».
Il ricordo
«È stato indimenticabile il primo incontro che ho avuto con lui», afferma don Gianni che, nel settembre 2017, ha preso parte a un incontro nella Capitale con i direttori europei, nella sala Clementina. «Lui mi ha detto due parole che mi hanno accompagnato per tutti i cinque anni di servizio a Roma – ricorda – Mi ha detto: “Avanti, muoviti”». Mentre in altri ambienti prevale la prudenza, afferma ancora il parroco di San Pio, «lui era una persona che ti incoraggiava», che spronava sempre tutti ad andare avanti: «Non aveva il timore di esporsi. Come diceva spesso ai giovani “non bisogna guardare dalla finestra la vita, bisogna scendere in strada”».
Un altro episodio particolarmente significativo risale al maggio del 2019 quando don Gianni, insieme alla fondazione Migrantes, ha organizzato un pellegrinaggio in Vaticano. «Siamo andati lì con 500 rom – racconta – La prima sorpresa è stata l’udienza privata con il Papa, anticipata di un’ora per poterci dedicare due ore. L’udienza è stata bellissima e lui ha voluto salutarli uno per uno, tutti e 500. Sono andati via felicissimi, perché hanno ricevuto ascolto e quella dignità».