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Omicidio di Benedetto Petrone a Bari, il Comune chiede di indagare ancora: «Sia fatta giustizia»

Il Comune di Bari si opporrà alla richiesta di archiviazione dell'indagine sull'omicidio di Benedetto Petrone e, in caso dell'avvio di un procedimento giudiziale per gli imputati, si costituirà parte civile. Petrone è l'operaio comunista di 18 anni ucciso il 28 novembre 1977 a Bari durante l'azione di un gruppo di militanti fascisti. Oggi la giunta…
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Il Comune di Bari si opporrà alla richiesta di archiviazione dell’indagine sull’omicidio di Benedetto Petrone e, in caso dell’avvio di un procedimento giudiziale per gli imputati, si costituirà parte civile.

Petrone è l’operaio comunista di 18 anni ucciso il 28 novembre 1977 a Bari durante l’azione di un gruppo di militanti fascisti.

Oggi la giunta comunale, su proposta del sindaco Vito Leccese, ha autorizzato la costituzione nella fase di opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Bari.

Le indagini sono riprese dopo che due anni fa il gip a cui era stata precedentemente chiesta l’archiviazione aveva disposto nuovi accertamenti riconoscendo l’esistenza delle aggravanti della crudeltà e dei motivi abietti nell’omicidio di Petrone. La Procura aveva iscritto nel registro degli indagati sei persone avviando nei loro confronti attività investigative basate anche su intercettazioni da cui sarebbero emersi elementi “interessanti” sull’omicidio, come il riferimento al numero di partecipanti al delitto.

La giunta comunale, spiegano dall’ufficio stampa dell’Ente, “ha ravvisato l’interesse del Comune di Bari al prosieguo delle indagini e alla prosecuzione degli atti, in considerazione della gravità dei fatti e del compendio probatorio” che “costituiscono ancora oggi motivo di allarme da parte della cittadinanza e della collettività tutta con riferimento a ogni episodio di violenza esercitata contro avversari politici e con metodo squadrista”.

«Chiedere che sia fatta giustizia e che si riporti alla luce tutta la verità sull’omicidio di Benedetto Petrone è un dovere – commenta il sindaco Leccese -. Crediamo che la famiglia di Benny meriti giustizia e con essa tutte le persone che si riconoscono nei valori della democrazia, della pace, dei diritti e della legalità che il Comune di Bari intende rappresentare».

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