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Neonato morto nella culla per la vita a Bari: allarme guasto già una settimana prima

Un allarme salvavita che non suona, l’impianto di riscaldamento che resta inerme e la telecamera che non si accende a inquadrare un corpicino infagottato. Sono numerose le anomalie che segnano una brutta storia di inizio anno, la prima del 2025, si spera l’unica: il ritrovamento di un neonato senza vita, affidato alla culla termica accanto…

Un allarme salvavita che non suona, l’impianto di riscaldamento che resta inerme e la telecamera che non si accende a inquadrare un corpicino infagottato. Sono numerose le anomalie che segnano una brutta storia di inizio anno, la prima del 2025, si spera l’unica: il ritrovamento di un neonato senza vita, affidato alla culla termica accanto alla chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco di Bari. E sulla cui morte ha acceso i riflettori la Procura di Bari.

La scoperta

Roberto Savarese, 56enne proprietario dell’agenzia funebre “Cattolica” lo ha trovato ieri mattina, verso le 9.30, mentre mostrava ad alcuni colleghi quello che è stato sempre considerato un gioiello di cura, una seconda chance di vita. E invece in quella culla gelida c’era un bimbo che sembrava dormisse: le manine alzate sulla testa, la tutina verde militare, il cappuccio e un piumino smanicato, che doveva tenerlo al caldo. Ma era evidentemente senza vita, forse assiderato dalle ore trascorse lì dentro, forse arrivato lì già morto. Carnagione chiara, probabilmente italiano, ben nutrito (pesava 4 chili e 200 grammi), il suo piedino non era quello di un bimbo appena nato, ma delle dimensioni potrebbe aver avuto circa due settimane.

Le indagini

Sarà ora l’autopsia, che potrebbe essere eseguita già nella giornata di oggi dal medico legale del Policlinico di Bari, professor Biagio Solarino (intervenuto sul posto per i primi esami), a fornire elementi clinici più precisi sull’età e sulle cause della morte del piccolo. In queste ore il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e la pm Angela Morea, oltre all’incarico, affideranno anche una consulenza tecnica sul meccanismo che avrebbe dovuto salvargli la vita con un allarme sul telefonino del parroco don Antonio Ruccia, e che invece, come lui stesso ripete ossessivamente da ore, non ha funzionato.

L’anomalia

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Filippo Portoghese, già nelle scorse settimane era stato effettuato un intervento di manutenzione sull’impianto collegato alla culla termica. Si tratta ora di accertare le motivazioni di quell’intervento e se, in particolare, quel malfunzionamento sia stato risolto o se si sia verificato nuovamente, fatalmente, nella notte fra mercoledì e ieri. Una circostanza non secondaria che rappresenta una pista nel fascicolo per “abbandono di minore con l’aggravante della conseguenza morte”, aperto dalla Procura di Bari (al momento) a carico di ignoti.

La ricerca

Senza telecamera sulla culla, che si doveva attivare solo dopo l’allarme sul telefonino del parroco, gli investigatori hanno poco materiale su cui lavorare nella ricerca di chi ha lasciato il neonato in quella culla. Ci sono le telecamere della zona, ma nessuna puntata sull’ingresso della chiesa, e dunque non utile. Il prossimo passo è quello di verificare i frame di tutti gli altri “occhi” elettronici in un raggio più esteso, nella speranza che in uno di questi compaia la figura di chi ha portato il bimbo in via Arcidiacono Giovanni, nella disperata convinzione di salvargli la vita.

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