Appena rientrato da Roma, è stato interrogato dagli agenti della Squadra Mobile di Bari e ha confermato quanto sostenuto subito dopo aver saputo che nella culla salvavita, la “sua” culla salvavita era invece morto un neonato perché l’allarme sul suo telefonino non era suonato. Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa di San Giovanni Battista, al quartiere Poggiofranco di Bari, ha ribadito che non è arrivato alcun alert sul cellulare, mentre si trovava a Roma, nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi.
Il ritrovamento
Il piccolo è stato trovato nella giornata di giovedì mattina verso le 9.30 dal titolare di un’agenzia di pompe funebri che, arrivato sul posto per la celebrazione di un funerale, in attesa che la funzione terminasse, stava mostrando agli altri colleghi il “miracolo” di quella culla termica, dove solo un anno prima era stata salvata un’altra bimba di appena poche settimane. E invece il neonato era lì, ormai senza vita, con una tutina color verde militare, un piumino smanicato, il cappuccio sollevato sul capo e le manine alzate come se stesse semplicemente dormendo. Ma il colorito del suo viso ha subito raccontato un’altra storia, e l’imprenditore sconvolto è corso a chiamare aiuto, inutilmente.
Le cause
Il procuratore aggiunto Ciro Angelillis, che coordina il pool di investigatori diretti da Filippo Portoghese, ha aperto un fascicolo per abbandono di minore con l’aggravante della morte, ma l’inchiesta ora si allarga, puntando ad accertare cosa sia accaduto, perché, se confermato quanto assicurato dal parroco, l’allarme non ha suonato, il calore della culla non si è attivato e di conseguenza il prete non ha potuto attivare la telecamera interna. Il malfunzionamento, che sembra diventare ipotesi sempre più concreta, aveva però un precedente, sul quale si concentrano adesso le indagini: alcuni giorni prima, forse in coincidenza con un blackout nella zona o, per altri motivi da appurare, l’impianto aveva presentato alcuni problemi, tanto da richiedere l’intervento di un tecnico.
Gli altri interrogatori
Sarà sentito nei prossimi giorni anche il tecnico che è intervenuto nelle settimane precedenti: a lui, in attesa di una consulenza che disporrà il procuratore Angelillis, sarà chiesto con precisione il motivo dell’assistenza prestata e, in particolare, se è possibile che il problema si fosse ripresentato. Solo al termine degli interrogatori, sarà dato incarico al medico legale del Policlinico di Bari, professor Biagio Solarino, di eseguire l’autopsia sul corpicino del bimbo, utile a escludere che fosse arrivato già morto e ad approfondire le cause del decesso.
L’anomalia progettuale
Resta, infine, da capire come mai un soccorso così importante e urgente, come quello di un neonato staccato dalla mamma, sia stato affidato ad uno squillo su un telefono cellulare che, per le ragioni più varie, potrebbe essere spento e non raggiungibile. Ancor più se si considera quello che è scritto sul sito “Culleperlavita.it”, dove nella sezione ‘Cosa sono’ si legge: “è dotata di una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico) che permettono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino”.