C’è un secondo piano, ma altrettanto importante, nella tragedia della morte del bimbo, che la mamma aveva affidato alle garanzie “certificate” dalla culla salvavita di Bari. Ed è fatto di buchi neri, strappi nella costruzione di un diritto garantito, come quello alla vita per il bimbo e all’anonimato della sua mamma. Misteri sui quali la Procura ha iniziato a fare luce, perché sia resa giustizia.
L’allarme
La culla termica della chiesa di San Giovanni Battista, nelle ore gelide tra il 1 e 2 gennaio, non ha funzionato. L’allarme sul telefono cellulare del parroco, don Antonio Ruccia, non ha funzionato. Ed è questo il primo mistero, sul quale già da giorni si concentrano gli inquirenti: problemi di “campo”? Problemi di connessione? O problemi di trasmissione? Troppi interrogativi, certamente, per una questione così delicata come la vita di un bimbo.
L’impianto
Due settimane prima, è ormai assodato, un impiantista aveva fatto un intervento di manutenzione straordinaria alla culla. Era stato chiamato dallo stesso parroco, perché qualcosa non andava. Il tecnico è lo stesso che 10 anni fa ha realizzato l’impianto e che, di conseguenza, ne ha la manutenzione ordinaria e straordinaria. Si chiedono allora gli investigatori: al di là della riparazione di metà dicembre, nei mesi precedenti, in questi 10 anni, sono stati fatti controlli ordinari? I componenti dell’impianto, i sensori, incluso quello che attiva il riscaldamento della culla e che invece è rimasto spento, sono stati verificati? Sostituiti all’occorrenza?
Il collegamento
Uno dei più grandi buchi neri, nella ricostruzione di un omicidio colposo, è quello che affida la vita di un neonato a uno squillo su un telefono cellulare, un solo numero di telefono al quale è imperativo rispondere sempre. Ancor più se si va a recuperare il passato, gli annunci roboanti dell’avvio della culla anche a Bari. In tutte quelle parole, riportate in numerosi articoli di giornale del tempo, è specificato che la culletta sarebbe stata collegata anche con il Reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari, per dare la possibilità di intervenire in tempi rapidi prestando al neonato tutte le cure necessarie. Esattamente come avvenuto un anno prima, quando il parroco aveva trovato una bimba e l’aveva subito affidata ai medici, perché ne verificassero le condizioni. Maria Grazia, così l’aveva chiamata, di certo più fortunata del piccolo morto nei giorni scorsi, era stata visitata, ricoverata e assistita, prima di essere inserita nel canale delle adozioni. Il direttore generale del Policlinico, però, oggi smentisce l’esistenza di questo collegamento, che 10 anni fa, era invece ufficiale.
Il sito
Confusionario è anche il sito “culleperlavita.it”, nella sezione ‘Cosa sono’, dove si assicura alla mamma che scelga di lasciarlo, “una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico) che permettono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino”.
