Nuovi dettagli emergono dagli esami delle apparecchiature della culla termica che si trova nei pressi della chiesa di San Giovanni Battista di Bari in cui, il 2 gennaio scorso, è stato trovato il corpo senza vita di un neonato di circa tre settimane.
I tecnici della Procura e di parte oggi si sono concentrati sul climatizzatore, che avrebbe dovuto riscaldare il locale che ospita la culla una volta rilevati i movimenti del neonato ma che invece, come emerso già ieri, avrebbe emesso aria fredda, probabilmente perché non ricaricato.
Gli esami effettuati oggi avrebbero fatto emergere una perdita nel climatizzatore, la cui pressione sarebbe stata decisamente più bassa rispetto a quanto necessario per permetterne un regolare funzionamento. E per questo, all’apparecchio, sono state attaccate delle bombole per farlo arrivare alla pressione corretta e verificare se, in questo modo, viene fuori aria calda.
Quel climatizzatore, se carico, regola automaticamente l’aria (se calda o fredda) a seconda della temperatura esterna.
Domani, intanto, verranno svolti ulteriori accertamenti sul “tappetino” della culla, il materasso con i sensori che avrebbero dovuto far attivare l’allarme.
La consulenza di lunedì ha dimostrato come nemmeno quel tappetino funzionasse e, per questo, la presenza del neonato non sarebbe stata segnalata tempestivamente.
Il neonato, come emerso dall’autopsia, sarebbe morto per ipotermia. Il parroco don Antonio Ruccia e il tecnico Vincenzo Nanocchio, che installò la culla nel 2014 e lo scorso 14 dicembre ne cambiò l’alimentatore dopo alcuni blackout che avevano interessato la chiesa, sono indagati per omicidio colposo. Ma le indagini di Procura e squadra mobile di Bari proseguono anche per abbandono di minori a carico di ignoti.