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Neonato morto a Bari, due indagati per omicidio colposo: tra loro il parroco

Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa di San Giovanni Battista, al quartiere Poggiofranco di Bari e il tecnico che ha eseguito un intervento di riparazione della culla termica, sono stati iscritti nel registro degli indagati di Bari con l'ipotesi di reato di omicidio colposo, in relazione al ritrovamento del neonato morto, il 2 gennaio scorso,…

Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa di San Giovanni Battista, al quartiere Poggiofranco di Bari e il tecnico che ha eseguito un intervento di riparazione della culla termica, sono stati iscritti nel registro degli indagati di Bari con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, in relazione al ritrovamento del neonato morto, il 2 gennaio scorso, nella “culla per la vita” istituita 10 anni fa dallo stesso parroco.

L’accusa si riferisce alla possibilità, ancora tutta da provare, che non sia stato fatto quanto dovuto per evitarne la morte. Qualche elemento in più potrebbe arrivare nella giornata di domani, dagli esiti dell’autopsia sul corpicino, che sarà eseguita dal medico legale del Policlinico di Bari, professor Biagio Solarino, al quale i due indagati potrebbero voler partecipare nominando consulenti di parte.

L’esame servirà a stabilire anche l’età del piccolo, lo stato di salute e se fosse ancora vivo quando la mamma l’ha deposto lì.

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis, sono affidate agli investigatori della Squadra Mobile, diretti da Filippo Portoghese. Nelle scorse ore, il pm ha anche chiesto al gip di acquisire i tabulati telefonici per accertare se quanto dichiarato dal prete, anche durante l’interrogatorio di domenica scorsa, sia vero. E cioè che l’allarme sul suo telefono, che avrebbe dovuto annunciare il posizionamento del corpo sulla culla (e la conseguente attivazione dell’impianto di riscaldamento) non è mai arrivato.

Al centro dell’inchiesta, aperta inizialmente per “abbandono di minore, aggravata dall’evento morte come conseguenza“, c’è ora un malfunzionamento del meccanismo, per il quale due settimane prima era intervenuto un tecnico, lo stesso che ora è finito nel registro degli indagati. Le indagini accerteranno, tramite una consulenza che sarà affidata nei prossimi giorni, se l’intervento sia stato eseguito correttamente.

Non si esclude che le indagini possano prendere nuove direzioni, allargandosi nell’accertamento delle responsabilità di altri che, a vario titolo, potrebbero rispondere di omicidio colposo.

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