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Mutui più cari, altra batosta. Penalizzati giovani e disoccupati. Federconsumatori: «Danno per chi cerca casa»

I mutui diventano più cari: la fase d’oro dei tassi ai minimi storici si sta rapidamente esaurendo. A incidere sul rialzo ci sono la guerra e la conseguente inflazione. Nell’ultimo mese gli indici Eurirs a 20 anni (utilizzati per determinare il tasso dei mutui a rata fissa) hanno subito un aumento superiore ai 40 punti…
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I mutui diventano più cari: la fase d’oro dei tassi ai minimi storici si sta rapidamente esaurendo. A incidere sul rialzo ci sono la guerra e la conseguente inflazione. Nell’ultimo mese gli indici Eurirs a 20 anni (utilizzati per determinare il tasso dei mutui a rata fissa) hanno subito un aumento superiore ai 40 punti base, passando dallo 0,85% all’1,27%. Leggermente meglio gli indici Euribor (gli indici interbancari utilizzati per calcolare, mese dopo mese, le rate dei mutui variabili) anche loro in rialzo da -0,56% a -0,46%. A seguito di questi aumenti, se si considerano anche le spese e commissioni collegate a ogni mutuo, i tassi finali sono circa l’1,40% per i mutui fissi e dello 0,60% per i mutui a tasso variabile.

«È importante cosa deciderà di fare la Bce, se si consolida la salita dell’inflazione di certo aumenterà i tassi di riferimento – commenta l’avvocato Antonio Pinto di Federconsumatori – Da un lato occorre consigliare di stipulare adesso mutui a tasso fisso finché rimangono su livelli accettabili. Chi ha un mutuo variabile di lunga durata dovrebbe invece valutare una surroga verso un mutuo a tasso fisso, per mantenere serenità rispetto agli anni di ammortamento residui. Oggi si va a pagare una rata fissa più alta, ma sul lungo periodo è assolutamente probabile che la spesa per gli interessi complessiva divenga meno onerosa».
Gli effetti sul bilancio delle famiglie baresi cominciano però a farsi già sentire. L’indebitamento medio delle famiglie su base regionale (al 31 dicembre 2021) ha raggiunto la cifra record di 28,6 milioni di euro. L’incidenza maggiore è proprio sull’area metropolitana di Bari, dove in media le famiglie hanno acceso mutui e prestiti per un importo di circa 22mila euro, facendo registrare un +5,4% rispetto all’anno precedente. A risentire maggiormente del rialzo dei tassi sui mutui potrebbero essere, però, i giovani. «Speriamo che i rialzi dei tassi dei mutui non frenino il mercato dei mutui prima casa under 36 con le agevolazioni Consap. – continua Antonio Pinto – Queste hanno creato un beneficio importante per i giovani con reddito sotto i 40mila euro annui, ma anche disoccupati, che vogliano stipulare un mutuo prima casa per un importo massimo di 250mila euro». Lo Stato assegna infatti una garanzia all’80% del prestito e l’esenzione dalle imposte di registro e ipotecarie. «Per questi mutui, la normativa prevede il rispetto di un Teg (Tasso effettivo globale) all’ 1,99% – conclude Pinto – Questo tasso potrebbe ben presto diventare poco conveniente per le banche, che quindi potrebbero ridurre le promozioni e la raccolta di nuovi mutui di questo tipo».

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