«Questo clima di caccia alle streghe sta davvero devastando non solo l’immagine degli esercenti, ma anche quella della stessa città». Il duro attacco arriva da Savino Montaruli, presidente di Unipuglia, intervenuto sul tema caldo dell’ordinanza anti-caos adottata nel quartiere Umbertino dal sindaco di Bari, Vito Leccese, lo scorso 17 ottobre. Un provvedimento che limita l’orario di vendita d’asporto di cibi e bevande e, più in generale, l’attività dei locali del centro città. Il dibattito sviluppatosi attorno al fenomeno della cosiddetta mala movida, incalzano i sindacalisti dell’associazione di rappresentanza del piccolo commercio regionale, «rischia seriamente di degenerare oltre quel limite ampiamente superato».
La denuncia
L’associazione aveva già preso una posizione netta all’annuncio della stretta sulla movida, prima ancora che il provvedimento diventasse effettivo. Oggi, a 20 giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza, il sindacalista pugliese dichiara: «Come avevamo previsto sin dal primo momento di questa azione di distrazione di massa, puntare il dito contro l’Umbertino avrebbe causato semplicemente il trasferimento della problematica in altri luoghi e questo sta accadendo». Una previsione che, a detta di Montaruli, si sta avverando e «ognuno si sente in diritto di criminalizzare la categoria attribuendo ai pubblici esercenti tutte le responsabilità derivanti da una frequentazione massiccia di quelle aree pubbliche da parte degli avventori nelle ore serali e notturne.
Cosa che avviene in tutte le città d’arte e a vocazione turistica». Il calo delle vendite, e quindi degli incassi e della capacità di fare impresa mantenendo gli attuali livelli occupazionali, sarà un serio problema «se non la si smette di persistere in queste azioni vessatorie e punitive», aggiunge il presidente dell’associazione, che annuncia come «quelle ordinanze le stiamo attentamente valutando e la stessa cosa sta facendo il nostro ufficio legale, ai cui professionisti già si sono rivolti anche alcuni ristoratori stanchi di questa campagna denigratoria».
La crescita della città
«Sono investimenti che abbiamo fatto per contribuire a far crescere la città di Bari e oggi ci aspettiamo solamente di essere ringraziati per l’impegno economico e professionale al servizio della comunità e del turismo. Non possiamo tollerare altre penalizzazioni e pregiudizi. Siamo i primi a chiedere sicurezza, pulizia, rispetto delle regole e noi che le regole le rispettiamo non ci stiamo a dover subire ancora», sottolineano i rappresentanti di categoria, che si dicono non più disposti a «vedersi continuamente puntare il dito contro».