In attesa dell’ordinanza promessa dal sindaco Vito Leccese per “regolamentare” la movida, il Comune di Bari rifiuta la negoziazione assistita proposta dai residenti del quartiere Umbertino di Bari. Una decisione, fa sapere l’amministrazione, che nasce «dalla valutazione dell’assenza di elementi di responsabilità imputabili al Comune in relazione alle richieste risarcitorie avanzate dai residenti a fronte degli effetti negativi che sarebbero stati provocati dalla movida notturna in alcune aree del quartiere».
La querelle
Circa un mese fa una ventina di residenti del centro cittadino, tramite l’avvocato Ascanio Amenduni, esasperati da caos, musica e schiamazzi in piena notte hanno inviato una richiesta di risarcimento danni al Comune e al sindaco Vito Leccese. «Non si può non tener conto che ormai c’ è una giurisprudenza consolidata che riconosce la responsabilità oggettiva delle amministrazioni comunali per i danni alla salute subiti dai residenti a causa dell’inquinamento acustico notturno» aveva commentato in quell’occasione Mauro Gargano, presidente del comitato di salvaguardia della zona Umbertina. Ora che la proposta di negoziazione assistita è stata rigettata dall’amministrazione locale, la questione sarà affrontata in tribunale.
Il caso
I residenti dell’Umbertino parlano di una situazione che nell’ultimo decennio, oltre a svalutare il quartiere, avrebbe contribuito alla perdita dei propri diritti (oltre che del sonno). Ma dopo numerosi incontri e dibattiti pubblici, residenti, esercenti e giovani sono ancora in attesa dell’ordinanza annunciata dal sindaco Vito Leccese. Anche se il contenuto del documento è già noto da tempo ormai. Il primo cittadino, infatti, ha deciso di rendere effettivo il codice di autoregolamentazione adottato in via sperimentale a gennaio dagli esercenti: un provvedimento che, in quanto tale, sarà accompagnato anche da sanzioni in caso di violazione. Tra i punti contenuti nel documento originale c’è l’istituzione dei “facilitatori”, con il compito di monitorare i livelli del rumore all’interno e all’esterno delle attività e regolare gli ingressi. Previsti anche dei presidi fissi in zona, attivi tutti i giorni dalle 22 a chiusura, e un contatto diretto con le forze dell’ordine.