Un’ondata di odio si è abbattuta sui social dopo la morte di Christian Di Gioia, il 27enne deceduto in un incidente a Bari lo scorso giugno. Tredici persone, tra cui la madre e il fratello della vittima, sono finite sotto indagine per aver rivolto gravi insulti ai carabinieri sui social.
Le accuse più pesanti riguardano vilipendio alle forze armate, oltraggio ai carabinieri e istigazione a delinquere. In particolare, alcuni degli indagati avrebbero accusato un carabiniere di aver causato l’incidente e avrebbero rivolto minacce di morte nei suoi confronti.
«Carabiniere maledetto, mi hai ucciso mio figlio cosa hai risolto? Devi fare una brutta fine», ha scritto la madre della vittima sui social. Il fratello, invece, ha affermato: «Ciò che hanno fatto a mio fratello non la passeranno liscia, lo Stato andrà tutto a terra».
Le indagini, coordinate dalla Procura di Bari, hanno accertato che l’auto dei carabinieri non era coinvolta nell’incidente. Nonostante ciò, la rabbia e il dolore per la perdita di un caro hanno spinto alcuni a riversare la loro frustrazione sui social, colpendo un’intera istituzione.
Oltre alle indagini per le offese sui social, è in corso un processo a carico di dieci persone coinvolte nel corteo funebre di Di Gioia, che si era svolto in modo violento e aveva provocato il blocco di alcune strade.