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Monopoli, con la crisi energetica si riaffaccia lo spettro delle estrazioni

Monopoli, molti anni fa, per la precisione nel 2010, fu tra le maggiori protagoniste nella lotta conto l’installazione di nuove piattaforme a largo delle coste pugliesi, dando vita ad un vero e proprio movimento civile che dal basso spinse la politica a impegnarsi in prima persona nella battaglia, dai sindaci all’allora presidente della Regione Puglia,…
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Monopoli, molti anni fa, per la precisione nel 2010, fu tra le maggiori protagoniste nella lotta conto l’installazione di nuove piattaforme a largo delle coste pugliesi, dando vita ad un vero e proprio movimento civile che dal basso spinse la politica a impegnarsi in prima persona nella battaglia, dai sindaci all’allora presidente della Regione Puglia, Nicola Vendola. Da quel movimento, oltre al secco no della Puglia alle trivellazioni, nacque a Monopoli il Comitato “No Petrolio Sì Energie Rinnovabili” che proprio in questi giorni è tornato a lanciare l’allarme sul cambio di rotta del Governo nazionale in merito alle politiche energetiche. «Il Ministero per la transizione ecologica – scrive il Comitato – ha pubblicato un documento (il Pitesai) che anche ufficialmente sospende la moratoria per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, con la logica di rilanciarne l’attività. Il documento, oltre a marginalizzare il ruolo degli Enti territoriali nei principali percorsi decisionali, esclude il petrolio tra le fonti energetiche future che potranno essere autorizzate ma, al contempo, rilancia fortemente sul gas naturale. Il risultato di questo documento confuso e poco programmatorio, nel nostro caso specifico, è il rilancio della corsa al gas naturale nel basso Adriatico, comprese le coste pugliesi».

Ma quali potrebbero essere le conseguenze? Come ben rilevato da Comitato che le modalità di ricerca del gas naturale sono fortemente impattanti sull’ecosistema marino, le stesse del petrolio attraverso l’utilizzo dell’air-gun e i rischi connessi alle trivellazioni off-shore non sono molto minori. «Per questo motivo – dice la portavoce del Comitato Silvia Russo – avevamo criticato la posizione “morbida” tenuta dalle Regioni nel corso della Conferenza Unificata dello scorso dicembre».
Nelle prossime settimane, inoltre, il Governo Draghi dovrebbe approvare una serie di provvedimenti tesi ad accelerare l’aumento di estrazione del gas naturale, con il paravento dell’attuale crisi energetica. La Puglia, con le sue scelte rilevanti in campo dell’energia sostenibile, attraversata dalla Tap e che sta vedendo l’installazione di nuovi parchi eolici off-shore, dovrebbe chiedere con con forza che il suo mare sia esentato dall’estrazione del gas, in linea con la tanto osannata, ma mai applicata, transizione energetica.

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